L’intelligenza artificiale è di nuovo al centro dell’attenzione, questa volta per una disputa tra OpenAI e DeepSeek, un’azienda cinese che sembra aver trovato un modo sorprendentemente efficace per addestrare il proprio modello di AI. Secondo Bloomberg, OpenAI avrebbe raccolto prove che DeepSeek abbia utilizzato il suo modello per allenare un proprio chatbot, un’accusa che, se confermata, potrebbe avere conseguenze importanti nel settore.
Intelligenza Artificiale, il caso DeepSeek
Il cuore della questione riguarda il cosiddetto “distillation”, un metodo in cui un modello AI interroga ripetutamente un altro per imparare a replicarne il funzionamento. OpenAI sospetta che DeepSeek abbia sfruttato questo processo per migliorare il proprio modello, violando così i termini di utilizzo della piattaforma americana. La notizia arriva in un momento particolarmente delicato per il mercato tecnologico, che sta vivendo una fase di grande fermento grazie agli investimenti massicci nell’intelligenza artificiale.
L’uscita del modello DeepSeek R1 ha stupito molti, perché ha raggiunto risultati paragonabili a quelli delle grandi aziende del settore, ma con risorse economiche e computazionali molto inferiori. Questo ha sollevato interrogativi tra gli investitori, soprattutto perché il boom della borsa statunitense è stato alimentato dall’idea che solo le aziende con accesso a enormi quantità di potenza di calcolo possano sviluppare AI avanzate. La reazione dei mercati non si è fatta attendere: lunedì, Nvidia ha registrato il peggior calo di valore azionario della storia in un solo giorno, anche se martedì ha recuperato parte delle perdite.
Nel frattempo, OpenAI e il suo principale investitore, Microsoft, stanno indagando su come DeepSeek possa aver ottenuto i dati necessari per addestrare il suo modello. Il Financial Times riporta che Sam Altman, CEO di OpenAI, ha parlato apertamente di questa possibilità, mentre il venture capitalist David Sacks ha dichiarato a Fox News che ci sarebbero prove concrete del fenomeno.
L’intera vicenda si inserisce nel più ampio contesto della competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina, aggiungendo una nuova tensione a un settore già altamente competitivo. Resta da vedere come OpenAI reagirà per proteggere il proprio vantaggio tecnologico e se questa disputa porterà a nuove regolamentazioni sull’uso dei dati per addestrare i modelli AI.