Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’indagine su DeepSeek, il chatbot sviluppato dalle società cinesi Hangzhou DeepSeek e Beijing DeepSeek. Il chatbot, disponibile sia come applicazione mobile che su piattaforma web, ha suscitato preoccupazioni in merito alla protezione dei dati personali degli utenti italiani, e l’Autorità ha deciso di chiedere chiarimenti alle aziende coinvolte. L’indagine riguarda vari aspetti del trattamento dei dati da parte delle società cinesi, con l’obiettivo di verificare se siano rispettate le normative italiane ed europee sulla privacy.
Il Garante indaga su DeepSeek
Il Garante ha sollevato dubbi su diversi punti, a partire dalla tipologia di dati raccolti tramite il chatbot. Le domande riguardano le informazioni sensibili, ma anche i dati relativi al comportamento e all’identità degli utenti. Un altro tema centrale riguarda le modalità con cui vengono acquisiti questi dati. Vengono raccolti direttamente dagli utenti mentre utilizzano il servizio, o provengono da altre fonti, come altre piattaforme online? Inoltre, l’Autorità vuole sapere con che finalità vengono utilizzati questi dati: se esclusivamente per migliorare l’efficienza del chatbot o anche per scopi commerciali, come la pubblicità o la condivisione con terzi.
Un aspetto particolarmente importante dell’indagine riguarda la base giuridica su cui si fonda il trattamento dei dati. Le aziende cinesi devono dimostrare di rispettare le normative del GDPR, specificando se si basano sul consenso degli utenti, su obblighi contrattuali o su altre giustificazioni previste dalla legge. Il Garante ha anche chiesto chiarimenti sulla localizzazione dei server dove vengono archiviati i dati personali, in particolare su quelli che potrebbero trovarsi in Cina, paese dove le leggi locali potrebbero consentire a enti governativi di accedere a queste informazioni.
Un altro punto critico sollevato riguarda l’uso di dati personali per addestrare l’intelligenza artificiale che alimenta DeepSeek. Se la società utilizza tecniche come il web scraping, che prevede l’estrazione di dati pubblicamente disponibili su Internet, dovrà chiarire come gli utenti sono stati informati riguardo a questa pratica.
Una scadenza a breve termine
Le aziende coinvolte avranno 20 giorni di tempo per rispondere alle richieste del Garante. Questa indagine arriva dopo il precedente caso di ChatGPT, che nel 2023 aveva dovuto sospendere le sue attività in Italia per violazioni del GDPR. Anche le associazioni di consumatori Altroconsumo ed Euroconsumers hanno sollevato preoccupazioni riguardo a DeepSeek, accusando le società cinesi di non rispettare le normative europee sulla protezione dei dati. L’inchiesta in corso vuole essere un passo importante per garantire che anche l’intelligenza artificiale rispetti i diritti fondamentali degli utenti.