Prime Video rinuncia alla collaborazione con DAZN
La decisione di interrompere l’accordo sarebbe legata ad Amazon. L’e-commerce non è disposta a sottoporsi alla misurazione degli ascolti. Si tratta di un provvedimento emanato dall’attuale regolamentazione. È indirizzato a coloro che detengono i diritti di trasmissione. Relativi alla Serie A. DAZN è il titolare dei diritti TV fino alla stagione 2028-2029. Dunque, è obbligata per legge a far certificare i propri dati di audience. Tale esigenza si è estesa anche ad Amazon. Quest’ultima ha, però, rifiutato di implementare l’SDK richiesto. Determinando, dunque, la rottura dell’accordo.
Per gli utenti che hanno attualmente un abbonamento DAZN attivo su Prime Video, il servizio sarà interrotto alla data stabilita. Da quel momento non verranno effettuati ulteriori addebiti. Coloro che hanno ancora un periodo di abbonamento residuo riceveranno automaticamente un rimborso. La questione si inserisce in un contesto più ampio di regolamentazione del mercato dei diritti televisivi sportivi. La ripartizione dei proventi derivanti dai diritti della Serie A segue le direttive stabilite dalla legge Melandri e dalla successiva riforma Lotti. Quest’ultima prevede la distribuzione di una quota dell’8% delle risorse in base ai dati di audience certificati. Tale meccanismo, concepito per garantire equità e trasparenza nella suddivisione degli introiti, ha spinto broadcaster e regolatori a chiedere che tutti gli operatori, inclusi gli OTT come Amazon, si conformassero alle stesse regole.
Nonostante alcuni tentativi di negoziazione tra DAZN e Amazon, le parti non sono riuscite a trovare un punto di incontro. Ciò rappresenta un cambiamento significativo nel panorama dello streaming sportivo in Italia. Gli utenti coinvolti devono ora cercare alternative per accedere ai contenuti di DAZN al di fuori dell’ecosistema Prime Video.