Quando Donald Trump ha annunciato nuove tariffe doganali, Canada e Messico non sono rimasti a guardare. La decisione ha scatenato una nuova ondata di tensioni commerciali tra i tre Paesi, con conseguenze economiche non indifferenti. L’ex presidente degli Stati Uniti aveva già imposto dazi del 10% su tutte le importazioni dalla Cina, ma ciò che ha fatto più scalpore è stata l’estensione delle tariffe anche ai vicini nordamericani. Per Canada e Messico, il valore dei dazi è stato fissato al 25%, un colpo pesante che ha subito provocato reazioni decise.
Canada e Messico rispondono agli Stati Uniti
Il Canada ha risposto senza perdere tempo, annunciando tariffe dello stesso valore su una serie di prodotti americani, tra cui bevande, cosmetici e articoli cartacei. Secondo le prime stime, queste misure colpiranno beni per un valore di circa 30 miliardi di dollari canadesi. Ma questa è solo la prima mossa: il governo canadese ha già dichiarato che in futuro i dazi potrebbero essere estesi a settori chiave come l’automotive, l’acciaio, l’alluminio, la carne, i latticini e diversi prodotti agricoli. Se tutto questo dovesse concretizzarsi, l’impatto economico totale potrebbe raggiungere i 125 miliardi di dollari canadesi.
Anche il Messico ha promesso una reazione simile, pur senza entrare nei dettagli sui prodotti colpiti. La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha discusso della situazione con il primo ministro canadese Justin Trudeau, cercando un fronte comune contro le nuove misure statunitensi. Per ora, però, non ci sono conferme ufficiali su un coordinamento tra i due Paesi nelle strategie di risposta.
La questione è delicata perché il Canada è il principale mercato di esportazione per ben 36 Stati americani, mentre il Messico è il primo partner commerciale degli USA. Questo significa che un’escalation della guerra dei dazi potrebbe avere ripercussioni enormi su tutte e tre le economie. Nonostante Trump abbia minacciato di inasprire ancora le tariffe se i vicini adotteranno contromisure, Trudeau ha dichiarato senza mezzi termini che difenderà gli interessi economici del Canada.
Come se non bastasse, Trump ha alimentato ulteriormente la tensione con dichiarazioni provocatorie, criticando il surplus commerciale canadese e arrivando persino a suggerire che il Canada sarebbe avvantaggiato se diventasse il 51º Stato degli Stati Uniti. Una battuta? Forse. Ma in un contesto già infuocato, non ha certo contribuito a stemperare gli animi.