Tra le azioni principali, spiccano i nuovi dazi su prodotti energetici e agricoli americani. Nel dettaglio, si parla di aliquote del 15% su carbone e gas naturale liquefatto. E del 10% su petrolio e attrezzature agricole. Tali settori sono stati scelti con attenzione, dato che rappresentano una porzione importante delle esportazioni statunitensi. La Cina può facilmente sostituire tali importazioni con forniture provenienti da altri paesi. Riducendo, in tal modo, il rischio di dipendenza strategica
.Oltre alle misure economiche, la Cina ha avviato anche una nuova indagine antitrust. Quest’ultima riguarda Google. Anche se i servizi di ricerca dell’azienda sono bloccati in Cina da oltre un decennio, il gigante tecnologico continua ad operare nel Paese. Ciò tramite collaborazioni e servizi cloud.
Inoltre, diverse società statunitensi sono state introdotte nella lista delle “entità inaffidabili“. Tale mossa colpisce direttamente la reputazione e l’operatività di aziende. La Cina non si limita a imporre restrizioni. Lancia anche un messaggio chiaro agli Stati Uniti. Le multinazionali devono allinearsi alle politiche locali se vogliono continuare ad operare in uno dei mercati più grandi del mondo. La Cina sta inviando un messaggio chiaro. È pronta a difendere i propri interessi. Allo stesso tempo, il neo-presidente Donald Trump, riguardo l’introduzione dei nuovi dazi per la Cina, ha dichiarato di voler parlare presto con il presidente cinese Xi Jinping. Lasciando intendere che potrebbero esserci possibili negoziati.