Il 2024 si è rivelato un anno difficile per molte startup. È stato, infatti, segnato un significativo aumento delle chiusure. Tale tendenza non è solo un riflesso delle difficoltà economiche globali. Riguarda anche le conseguenze del boom di investimenti. Presentati tra il 2020 e il 2021. Durante quel periodo, le valutazioni gonfiate e la fretta di accaparrarsi quote di mercato hanno portato molti investitori a fare scelte poco ponderate. Oggi, le startup che non sono riuscite a sostenere ritmi di crescita elevati si trovano in grave difficoltà.
Startup in difficoltà: cosa ha causato le chiusure?
Secondo i dati riportati il numero di aziende che hanno chiuso negli Stati Uniti è aumentato. Le startup più colpite appartengono al settore del software as a service (SaaS) per le imprese, che rappresenta il 32% delle chiusure. Seguito dai settori consumer, health tech, fintech e biotech. Un aspetto chiave di tale fenomeno riguarda le fasi di sviluppo delle startup. La maggior parte delle chiusure ha interessato aziende in fase pre-seed o seed. Dimostrando che molte idee non riescono a trasformarsi in business sostenibili. Spesso, le giovani imprese si trovano in una situazione di dipendenza dagli investitori per coprire i costi operativi. Senza aver ancora generato un flusso di entrate stabile.
La lezione più importante del 2024 è che una crescita rapida e finanziamenti massicci non bastano per garantire il successo a lungo termine. Le startup che hanno puntato su valutazioni elevate senza una solida pianificazione finanziaria si sono trovate incapaci di raccogliere ulteriori capitali. Ciò ha dato origine al fenomeno dei “tech zombies“. Aziende che continuano ad operare senza prospettive di crescita né la possibilità di restituire agli investitori il capitale ricevuto. Considerando tale scenario, il 2025 potrebbe vedere un’ulteriore processo di selezione tra le startup. Gli imprenditori, considerando l’andamento del mercato, dovranno imparare a bilanciare le proprie ambizioni per costruire aziende solide e resilienti.