Le truffe stanno diventando sempre più sofisticate. A tal proposito, i malintenzionati stanno sfruttando anche l’intelligenza artificiale (AI) per migliorare le proprie tecniche e trovare nuove modalità per ingannare le proprie vittime. È il caso di Luciana Gaiotto, 84 anni, di Treviso. Tutto ha avuto inizio con una telefonata. Durante quest’ultima, la figlia della donna le aveva comunicato che suo marito aveva fatto un incidente. Una situazione complessa che ha portato l’anziana donna a consegnare 30.000 euro tra denaro e gioielli.
L’AI ora viene usata anche nelle truffe: ecco come
Le parole della figlia hanno spinto Luciana ad agire senza riflettere. A dare inizio alla truffa è stato un uomo, un presunto maresciallo dei carabinieri. Quest’ultimo ha contattato Luciana riferendole l’accaduto. Per telefono è stato detto alla donna che il genero aveva avuto un incidente. Nel quale era stato coinvolto anche un bambino di cinque anni. Il presunto maresciallo ha comunicato alla donna che c’era un solo modo per evitare che il genero finisse in galera. Bisognava pagare una “cauzione“.
Per rendere il tutto più credibile, il maresciallo ha lasciato la parola alla figlia della donna, che in lacrime implorava l’aiuto della madre. Ma come è stato possibile tale espediente? È ipotizzabile che i malintenzionati abbiano usato video e registrazioni scovate sui social per clonare tono e timbro della voce della donna. In tal modo, con il supporto dell’AI sono riusciti a clonare la voce della donna. Al fine di rendere credibile la truffa.
Presa in contropiede e rassicurata dalla voce di sua figlia, l’anziana signora ha consegnato soldi e gioielli. Solo dopo un po’, Luciana ha realizzato di essere stata vittima di una truffa. Dopo la denuncia della donna, le indagini hanno portato alla scoperta di una rete criminale ben strutturata. I carabinieri hanno identificato i possibili responsabili. Grazie ad alcune telecamere di sorveglianza è stato scovato un 55enne campano. Già coinvolto in un altro caso di truffa.