L’attesa è finita. I nuovi Samsung Galaxy S25 sono finalmente disponibili, e con loro arriva una novità destinata a fare la differenza. Per la prima volta, questi smartphone integreranno la connettività satellitare. Ovvero una tecnologia che consente di inviare richieste di soccorso anche in assenza di segnale mobile. Si tratta senz’altro di un’innovazione interessante. Ma è prevista una limitazione. In quanto il servizio è attivo solo negli Stati Uniti, grazie a un accordo con Verizon e Skylo Technologies.
Galaxy S25: ecco come funziona l’SOS via satellite
Questa funzione rappresenta un passo avanti per la sicurezza degli utenti. Ma al momento resta confinata al mercato americano. Il GalaxyS25, come il Pixel 9 di Google, utilizza il servizio direct-to-device di Skylo. Il quale si differenzia da altri sistemi satellitari come Starlink o Link Global. La tecnologia di Skylo non si appoggia su una propria infrastruttura, ma utilizza la rete di operatori già esistenti, come Viasat e EchoStar. Riuscendo a garantire la migliore copertura possibile. Samsung però non ha ancora stretto accordi con altri operatori. Cosa che rende incerto il futuro della connettività satellitare in altri paesi.
Il suo funzionamento è semplice e immediato. Quando il Galaxy S25 perde la connessione con le reti terrestri, il sistema attiva automaticamente la ricerca di un satellite. Se viene trovato un segnale disponibile, il telefono avvisa l’utente e lo guida nella procedura per richiedere aiuto. In questo caso, il dispositivo suggerisce di uscire all’aperto per migliorare la connessione.
L’interfaccia permette di selezionare il tipo di emergenza e di fornire dettagli utili ai soccorritori. Una volta inviato il messaggio, i dati percorrono circa 37.000Km fino ai satelliti geostazionari e vengono trasmessi ai centri di soccorso. Il tempo di trasmissione è sorprendentemente breve. Si parla infatti dai tre ai quattro secondi per l’invio e dai cinque ai sei secondi per la ricezione di una risposta.
Skylo e Verizon stanno lavorando per estendere ancora oltre l’utilizzo del servizio. In modo da permettere le comunicazioni di emergenza, ma anche l’invio di messaggi personali in aree prive di copertura cellulare. Al momento però non ci sono conferme su un possibile arrivo di questa tecnologia in Europa.