L’industria dell’animazione digitale ha da poco fatto un grande passo avanti. Il motivo? Un nuovo algoritmo che ha il potenziale di trasformare radicalmente la rappresentazione dei capelli afro nelle opere di grafica digitale. Ma vediamo meglio cosa è successo.
Un gruppo di ricercatori delle università di Yale e della California, Santa Cruz, ha sviluppato questa tecnologia all’avanguardia. Un progresso che potrebbe segnare una svolta in numerosi settori, dall’animazione cinematografica ai videogiochi.
Anche l’ animazione grafica fa passi da gigante
Guidato dal professor Theodore Kim, il team ha affrontato una delle sfide più difficili e mai risolte fino a oggi nel campo della computer grafica. Ovvero la riproduzione realistica dei capelli afro. In particolare quelli di tipo 4C, caratterizzati da ricci stretti, densi e intricati.
Fino a poco tempo fa, i modelli di capelli ricci utilizzati nei film d’animazione e nei videogiochi erano basati su schemi generici. I quali però non riuscivano a catturare la complessità della texture dei capelli afro. Questo approccio, seppur utile, richiedeva spesso numerosi interventi manuali da parte degli artisti. I quali modificavano i modelli per ottenere risultati più convincenti, ma senza mai raggiungere una resa davvero precisa. Le animazioni risultanti, pertanto, erano spesso imprecise e disomogenee.
L’algoritmo sviluppato dal team di ricerca è stato progettato quindi per superare questi limiti. Esso sfrutta una combinazione di fenomeni fisici unici legati alla natura dei capelli afro. In questo modo riesce a riprodurre l’ondulazione e la compattezza dei ricci in modo molto realistico.
Come nasce questa innovazione
La genesi di questo algoritmo risale al 2020. Esattamente quando AM Darke lanciò l’Open Source Afro Hair Library, un database contenente modelli tridimensionali creati da artisti di colore. L’obiettivo di Darke era quello di colmare il vuoto esistente nella rappresentazione digitale dei capelli afro. In quanto spesso ignorata dalle tecnologie di modellazione tradizionali. Ispirato dal progetto, il professor Kim decise di collaborare con Darke per sviluppare una soluzione scientifica che affrontasse le difficoltà nel simulare questi capelli. Insieme, hanno creato un modello che si basa su tre principi fisici. Il “phase locking” (che descrive la formazione di ricci), il “period skipping” (che spiega l’aspetto crespo dei capelli) e lo “switchback” (che cattura la torsione complessa dei ricci).
L’effetto finale è tanto accurato da poter essere utilizzato in qualsiasi campo della grafica digitale, dalla creazione di film di animazione ad applicazioni nei videogiochi.