La Procura di Milano ha lanciato un’inchiesta senza precedenti contro Amazon, contestando una presunta frode fiscale da 1,2 miliardi di euro, che con sanzioni e interessi arriva a 3 miliardi. La società e tre top manager sono nel mirino. Al centro dell’accusa c’è l’algoritmo predittivo di Amazon, che consentirebbe di aggirare gli obblighi IVA sui venditori extra-UE, principalmente cinesi. Ma come funziona questo sistema? Secondo le indagini, condotte con il supporto di un supercomputer della Sogei, l’algoritmo permetterebbe di non comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati necessari per il pagamento dell’IVA del 22%. Più del 70% delle vendite online in Italia coinvolgerebbe venditori cinesi. Questo sistema favorirebbe Amazon, ma penalizzerebbe le piccole imprese italiane. L’inchiesta potrebbe avere ripercussioni su scala europea. Non è solo una questione fiscale, ma anche geopolitica, coinvolgendo i delicati rapporti tra Cina, Stati Uniti e Italia. Si tratta di un duro colpo al modello di business di Amazon?
La difesa di Amazon e i dubbi dei magistrati
Amazon ha respinto ogni accusa, dichiarando che le merci stoccate in Italia non rientrano nelle vendite a distanza. La società ha sostenuto di aver ricevuto una conferma scritta dall’Agenzia delle Entrate, che legittimava la loro interpretazione. E perché nessun altro Paese dell’Unione Europea ha sollevato obiezioni simili? I magistrati italiani non sono però molto convinti. Se Amazon conserva nei propri magazzini merci di venditori extra-europei prima che vengano ordinate, agirebbe come un conto di deposito anticipato, con implicazioni fiscali. Le indagini hanno anche portato alla luce irregolarità nei controlli sui venditori esteri, soprattutto cinesi, che sfruttano il marketplace di Amazon per evitare l’IVA. Il trucco consisterebbe nel far risultare le vendite come effettuate da soggetti extra-UE, pur se le merci sono già stoccate nei magazzini italiani. Questo stratagemma permetterebbe di abbassare i costi, danneggiando la concorrenza locale. Gli investigatori sottolineano come Amazon potrebbe aver usato la propria posizione dominante per chiudere un occhio su queste pratiche elusive. Ciò solleva ovviamente interrogativi sulla legittimità di tali pratiche. Il contenzioso sembra destinato a durare a lungo e potrebbe ridefinire il futuro delle operazioni di Amazon in Europa.