Purtroppo il web diventa sempre di più un campo minato per gli utenti e a dimostrarlo è la crescita dei virus che lo invadono ogni giorno. Stando a quanto riportato, il malware più diffuso attualmente in tutto il mondo si chiama FakeUpdates. Questo sarebbe sempre più ricorrente, così come il ransomware Clop, anche questo uno degli attacchi informatici più pericolosi in assoluto.
Nonostante un lieve calo rispetto alla fine del 2024, FakeUpdates rimane il malware più diffuso in Italia. Il motivo? È spesso usato come punto di ingresso per attacchi più complessi, facilitando l’installazione di trojan bancari e ransomware.
Altri malware in crescita includono:
A livello globale, FakeUpdates rimane la principale minaccia, seguito da Formbook, un malware che sottrae password e dati di navigazione, spesso venduto nei forum di hacking come Malware-as-a-Service (MaaS).
L’intelligenza artificiale ovviamente sta contribuendo a dare manforte a coloro che lanciano sia i malware che i ransomware. L’AI è utile infatti per c
reare malware più difficili da rilevare, grazie a tecniche avanzate di offuscamento del codice, ma non solo. Con questa risorsa infatti gli attaccanti possono migliorare le campagne di phishing, rendendole più credibili e personalizzate ma anche automatizzare attacchi mirati, aumentando l’efficacia delle intrusioni nei sistemi.Un caso recente riguarda un affiliato del gruppo RansomHub, che ha sviluppato una backdoor in Python con il supporto dell’AI. Questo strumento, difficile da individuare, ha permesso agli attaccanti di infiltrarsi nelle reti bersaglio, sfruttando il protocollo Remote Desktop (RDP) per muoversi tra i sistemi infetti.
Nel panorama dei ransomware, il gruppo Clop si distingue come il più attivo, responsabile del 10% degli attacchi rilevati. La sua strategia si basa sulla doppia estorsione:
Oltre a Clop, stanno emergendo altre minacce come FunkSec, noto per la pubblicazione dei dati rubati come forma di pressione sulle vittime, e RansomHub, che offre attacchi ransomware su commissione attraverso il modello Ransomware-as-a-Service (RaaS).