È arrivata una novità per gli utenti che decidono di abbandonare TIM. In base alla rimodulazione che partirà ufficialmente da aprile, il costo di disattivazione passa a 23 € per coloro che migrano verso un nuovo gestore.
La comunicazione è stata inviata ai clienti attraverso le fatture di febbraio, dove TIM spiega l’aumento citando “le mutate condizioni economiche che incidono sugli aspetti gestionali dei servizi forniti”. Una motivazione che non è stata accolta positivamente dagli utenti, molti dei quali hanno già manifestato il proprio disappunto sui social e nei forum di settore.
Non tutto è perduto, però. Il Codice delle Comunicazioni Elettroniche (art. 98-septies decies, comma 5) Garantisce agli utenti la possibilità di evitare penali o costi di disattivazione con il recesso dal contratto in essere. Entro il 30 aprile dunque c’è la possibilità di recedere gratis usando questi metodi raccolti in basso:
Chi ha attivo un pagamento rateale per dispositivi come smartphone o TV può decidere se:
Se il cliente ha un modem acquistato a rate e decide di restituirlo a TIM entro 30 giorni dalla data di recesso, non dovrà pagare le rate residue. In caso di modem o altri apparati in noleggio o comodato d’uso, questi dovranno essere restituiti a TIM.
Per chi ha sottoscritto offerte con un vincolo temporale di permanenza, nessuna penale sarà applicata in caso di recesso anticipato a seguito di questa modifica contrattuale.
Questa nuova rimodulazione è la terza annunciata da TIM in poche settimane e segue una tendenza che ha visto diversi operatori rivedere le loro tariffe negli ultimi mesi. Anche se gli utenti possono ancora difendersi da queste modifiche grazie ai diritti previsti dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche, rimane il malcontento per l’ennesimo aumento che colpisce i consumatori.
Per chi sta pensando di cambiare gestore, il consiglio è di muoversi in fretta per sfruttare la possibilità di recesso gratuito prima della scadenza del 30 aprile 2025.