Google continua a migliorare l’esperienza d’uso degli utenti su Play Store. In che modo? Introducendo una nuova modalità di accesso alla funzione “Raccolte”. Questa funzionalità, lanciata lo scorso anno, permette di evidenziare i contenuti disponibili nelle app già installate. Inizialmente disponibile solo come widget, ora sarà più facilmente accessibile attraverso un aggiornamento in fase di distribuzione.
Google Play Store: un’organizzazione più intuitiva per trovare subito ciò che interessa
Alcune persone hanno già iniziato a notare una nuova scorciatoia che appare nella schermata principale del device. Questa si attiva con una pressione prolungata sull’icona del Play Store e compare sotto la voce “Le mie app”. Una volta attivata, la scorciatoia può essere trascinata sulla home per creare un’icona dedicata, facilitando l’accesso a “Raccolte”. In più, questa funzione ora comparirà anche nei risultati di ricerca del dispositivo. Migliorando la reperibilità dei contenuti personalizzati.
La funzione “Raccolte” è stata ideata per offrire un’esperienza più personalizzata. Essa infatti aggrega contenuti pertinenti in base alle preferenze di ciascuno utente. Ma non è tutto. In quanto permette di trovare più rapidamente nuovi episodi dei propri podcast preferiti, le ultime uscite musicali e cinematografiche. Oltre a offerte esclusive dalle app di shopping e aggiornamenti da servizi di food delivery e prenotazione.
La categorizzazione dei contenuti in sezioni specifiche come “audio”, “musica” e “offerte” permette una navigazione più intuitiva e immediata. Insomma tale aggiornamento risponde all’esigenza di rendere più semplice l’accesso alle informazioni più rilevanti senza più dover aprire singolarmente ogni applicazione.
L’implementazione della scorciatoia sta avvenendo in maniera graduale e sembra essere legata a una modifica lato server. Attualmente, è stata individuata su diverse versioni del Play Store, tra cui la 44.8.16 e la 44.9.19. Non tutti i dispositivi con queste versioni però hanno ancora ricevuto l’aggiornamento. Ciò fa quindi pensare che Google stia effettuando test limitati prima di passare ad una distribuzione su ampia scala.