Il nuovo Codice della strada ha introdotto regole più stringenti per i monopattini elettrici, scatenando polemiche. Tra le misure principali, si trovano il casco obbligatorio per tutti e la necessità di un’assicurazione. Inoltre, viene richiesta l’installazione di una sorta di targa sul mezzo. Non mancano ovviamente le critiche, soprattutto dalle aziende di sharing. Alcuni sostengono che la confusione generata dalle nuove norme stia penalizzando il settore. A gennaio, ad esempio, si registrava un calo dei noleggi del 30%. Anche le vendite di monopattini hanno subito un crollo tra il 30% e il 50%. Le aziende lamentano la mancanza di chiarezza che scoraggia i potenziali acquirenti. È davvero creare una situazione disagiante per il mercato dei monopattini in crescita per una regolamentazione ancora incompleta? E cosa succederà se le norme non arriveranno presto?
Il problema del “targhino” per i monopattini e l’attesa del decreto
Uno degli aspetti più controversi per i monopattini elettrici riguarda l’introduzione del cosiddetto “targhino”. Si tratta di una targhetta adesiva non rimovibile, necessaria per identificare i mezzi. Manca però ancora il decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che dovrebbe definire come richiedere questa targa e stabilirne il costo. L’assenza di questo decreto crea incertezza per gli utenti e per le aziende produttrici. Alcuni marchi, come Nilox, si sono già adeguati, introducendo modelli dotati di un “porta targa”. Senza regole chiare, tuttavia, il rischio è che i consumatori siano sempre più scoraggiati nell’acquisto di monopattini. È davvero possibile continuare a ignorare queste incertezze? Il decreto attuativo arriverà in tempo per salvare un mercato in difficoltà?
In attesa del decreto, restano aperte diverse questioni importanti. Ad esempio, non è ancora chiaro come verranno gestiti i monopattini già in circolazione. Saranno soggetti all’obbligo di applicare la targa oppure solo i nuovi modelli? Inoltre, non si sa se sarà necessario seguire una procedura burocratica complessa per ottenere la targhetta. Le aziende di sharing temono costi aggiuntivi che potrebbero riflettersi sugli utenti, rendendo il servizio meno accessibile. Nel frattempo, molti consumatori aspettano risposte prima di fare acquisti.