Dopo il lancio iniziale avvenuto nel gennaio 2025, Blue Origin si prepara al secondo volo del suo razzo New Glenn. Grazie ai dati raccolti, la società sta lavorando per evitare che si ripresentino di nuovo i problemi della volta precedente, essendo già impegnata nella produzione di un secondo booster.
Blue Origin: correzioni tecniche e progetti per l’esplorazione spaziale
Nonostante i diversi problemi del primo lancio, avvenuto il 16 gennaio 2025, Blue Origin non intende fermarsi. Grazie alla telemetria del booster, persa circa 7 minuti e 55 secondi dopo il decollo, è stato possibile individuare la causa del problema tecnico. Il malfunzionamento del sistema propulsivo non ha permesso il corretto trasferimento di carburante dai serbatoi ai motori BE-4, impedendo il recupero del primo stadio. Sebbene le condizioni fossero per lo più favorevoli, spiega il CEO Dave Limp, la fase di riaccensione di tre dei sette motori non è andata a buon fine.
Avendo individuato il problema, Blue Origin sta già lavorando alla produzione di un secondo booster. Questa volta, apportando modifiche ritenute minime e non tali da compromettere il programma di volo. L’obiettivo è un nuovo lancio entro la fine della primavera, e perciò l’azienda si impegna a correggere le criticità emerse. Tuttavia, la valutazione del carico utile del prossimo volo rimane ancora in corso. L’obiettivo, infatti, sarebbe quello di riservare i primi tre lanci a test e simulazioni, anziché ad un vero e proprio carico commerciale. Principalmente per consentire di affinare le prestazioni e garantire un’ulteriore validazione delle soluzioni ingegneristiche adottate.
Parallelamente, Blue Origin sta anche lavorando allo sviluppo del progetto Blue Moon. Si tratta di un lander lunare robotico che, con il suo modello Mark 1, potrà trasportare fino a tre tonnellate di carico. Questa tecnologia, non solo rappresenta un passo fondamentale per le future missioni sulla Luna, ma si inserisce nel quadro del programma Mars Sample Return della NASA.