La tecnologia si evolve e, con essa, anche il modo in cui interagiamo con i nostri dispositivi. Per fare un esempio concreto Google ha deciso di rimuovere una funzione che da anni facilitava la lettura delle notifiche sugli auricolari. L’azienda ha annunciato infatti l’eliminazione del gesto di pressione prolungata che attivava la lettura automatica delle notifiche. Questa modifica inizialmente era applicata solo ai Pixel Buds. Ma ora coinvolge anche molte altre cuffie di terze parti. Tale decisione mira a ridurre le attivazioni involontarie dell’assistente vocale, anche se cambia radicalmente l’esperienza d’uso per milioni di persone.
Nuova interazione con Google Assistant: più comandi vocali, meno gesti
Fino a settembre 2024, come detto, bastava un tocco prolungato sulle cuffie per attivare Google Assistant e ascoltare automaticamente le notifiche non lette. Ora, invece, l’unico modo per ottenere lo stesso risultato sarà pronunciare ad alta voce il comando “Leggi le mie notifiche”. Questa scelta riflette quindi l’intento di Google di spingere verso un’interazione più vocale e meno basata sui gesti.
Molti utenti, però, non vedono di buon occhio questa modifica. La necessità di parlare per ottenere la lettura delle notifiche può risultare scomoda in luoghi pubblici o rumorosi, come i mezzi di trasporto o gli uffici. Diversi utilizzatori hanno espresso perplessità. Ritenendo che la rimozione del gesto renda il sistema meno intuitivo e pratico. Alcuni segnalano addirittura che, in certi contesti, la funzione diventi persino inutilizzabile. Poiché rende meno efficiente la gestione delle notifiche.
D’altro canto, Google sostiene che questa modifica migliorerà l’affidabilità del servizio e ridurrà le attivazioni accidentali. Le quali potevano comunque risultare fastidiose. Insomma, è ormai chiaro che questo cambiamento sollevi un dibattito. Da un lato, una gestione più precisa delle notifiche; dall’altro, la perdita di una funzionalità che molti ritenevano essenziale. Resta da vedere se la nuova modalità verrà accettata o se, al contrario, Google dovrà rivedere la sua scelta.