Lo SPID fornito da Aruba non sarà più gratuito. Dal prossimo mese di maggio infatti gli utenti saranno costretti a pagare una somma annuale per poter continuare ad usare questo servizio. Si tratta dunque di un cambiamento epocale soprattutto per chi era abituato a non pagare nulla e a venerare Aruba proprio per questo
Per anni, Aruba ha offerto gratuitamente il suo servizio di identità digitale SPID ai privati. Tuttavia, dal prossimo rinnovo, verrà introdotto un canone annuale di 5,98 euro (4,90 euro più IVA). I nuovi utenti avranno il privilegio di avere il primo anno gratis, salvo poi cominciare a pagare dal secondo in poi.
È stata un’e-mail inoltrata proprio da Aruba a far scattare “l’allarme”. Da quel momento si è diffusa la voce in giro sul web, soprattutto tramite i social. Qualcuno pensava si trattasse di una truffa ma in realtà è tutto reale, con l’azienda che giustifica tale scelta con la garanzia della sostenibilità economica del servizio e per favorire l’evoluzione tecnologica
dello stesso.Questa decisione ha alimentato diverse speculazioni. Alcuni ipotizzano che dietro il cambio di rotta ci sia una strategia più ampia per spingere i cittadini verso la Carta d’Identità Elettronica (CIE), considerata un’alternativa più sostenibile sul lungo periodo rispetto allo SPID. Da tempo il Governo riflette sull’opportunità di mantenere due sistemi di identità digitale che svolgono funzioni simili.
Un altro elemento che ha acceso il dibattito è il mancato arrivo di fondi governativi destinati ai gestori SPID nel 2023. Questo taglio potrebbe aver spinto i provider, come Aruba, a trasferire parte dei costi agli utenti finali.
Nonostante le ipotesi, Aruba ha negato qualsiasi collegamento tra l’introduzione del canone e la politica governativa. Il provider ha ribadito che la decisione è stata presa per ragioni economiche interne e non per pressioni esterne.
La scelta di rendere a pagamento lo SPID potrebbe influenzare le abitudini di molti cittadini, spingendoli a rivalutare quale sistema di identità digitale utilizzare in futuro.