Le piccole telecamere verrebbero fissate all’altezza del taschino della giacca del personale ferroviario. Sono progettate per svolgere un duplice ruolo. Da un lato, fungono da deterrente, scoraggiando possibili aggressioni e atti di violenza. Dall’altro, consentono di registrare eventuali episodi critici, fornendo prove oggettive in caso di denunce o indagini. Tale iniziativa si affianca ad altre misure di sicurezza già attuate, come la presenza dei vigilantes di FS Security a bordo dei convogli.
La sperimentazione durerà circa quattro mesi e vedrà i capitreno affiancati dal personale di sicurezza dotato di bodycam. Se i risultati saranno positivi, l’uso delle telecamere potrebbe essere esteso ulteriormente
e assegnato direttamente ai capitreno. Dunque, senza necessità di affiancamento. Le bodycam sono dotate di una memoria interna da 64 GB e hanno un’autonomia fino a 12 ore. Garantendo una copertura efficace per l’intero turno lavorativo.Un aspetto fondamentale di questa tecnologia riguarda la tutela della privacy. Le registrazioni non saranno attive in modo continuo: sarà il personale autorizzato a decidere quando attivare la registrazione in caso di necessità. Inoltre, i video saranno criptati e accessibili solo alle forze dell’ordine o al personale autorizzato di Trenitalia. Anche la possibilità di trasmettere in tempo reale le immagini alle sale operative è oggetto di discussione tra azienda e rappresentanze sindacali. L’obiettivo finale di tali interventi è garantire un ambiente di lavoro più sicuro per i capitreno e, di conseguenza, migliorare anche la sicurezza dei passeggeri.