domenica, Aprile 27, 2025

Spotify rivoluziona gli audiolibri con voci AI in 29 lingue

Spotify lancia audiolibri narrati da intelligenza artificiale, permettendo agli autori di personalizzare voci e intonazione in 29 lingue.

Spotify fa un altro passo avanti nel mondo degli audiolibri e apre le porte alla narrazione con intelligenza artificiale. Grazie alla collaborazione con ElevenLabs, una delle aziende leader nella sintesi vocale, la piattaforma permetterà di distribuire audiolibri narrati digitalmente in ben 29 lingue. Non solo: gli autori avranno anche la possibilità di personalizzare l’intonazione e la voce, creando un’esperienza d’ascolto su misura.

 

Spotify lancia gli audiolibri con voci digitali

Ma come funziona esattamente? Per pubblicare un audiolibro narrato dall’AI su Spotify, gli autori dovranno prima generarlo tramite ElevenLabs e scaricare il pacchetto di file audio. A quel punto, il file va caricato su Findaway Voices, il servizio di distribuzione di audiolibri di proprietà di Spotify. Dopo una revisione standard, il titolo sarà disponibile su Spotify e su altre piattaforme che supportano contenuti narrati digitalmente.

Per evitare confusione tra gli utenti, ogni audiolibro prodotto in questo modo sarà chiaramente segnalato. Spotify ha infatti stabilito che nei metadati e nelle descrizioni apparirà un’avvertenza che specifica: “Questo audiolibro è narrato da una voce digitale”. In questo modo, chi ascolta saprà subito che dietro quella voce non c’è un narratore in carne e ossa, ma un software avanzato di sintesi vocale.

L’uso dell’intelligenza artificiale nella narrazione di audiolibri non è una novità assoluta per Spotify. Già in passato, la piattaforma aveva iniziato a sperimentare questa tecnologia grazie alla collaborazione con Google Play Books. Ora, però, il colosso dello streaming sembra voler puntare seriamente su questa soluzione, con l’obiettivo di rendere più semplice per autori ed editori la distribuzione dei loro audiolibri.

Questa scelta potrebbe avere un grande impatto sull’industria editoriale. Da un lato, permette agli scrittori di pubblicare audiolibri senza dover affrontare i costi della registrazione professionale con narratori umani. Dall’altro, però, solleva qualche dubbio sulla qualità dell’esperienza d’ascolto e sull’effetto che potrebbe avere sul lavoro di attori e doppiatori del settore.

Insomma, il futuro degli audiolibri potrebbe diventare sempre più digitale. Resta da vedere come reagirà il pubblico: le voci artificiali sapranno conquistare gli ascoltatori o il fascino della narrazione umana resterà insostituibile?

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