sabato, Aprile 26, 2025

Le app di Poste non obbligano più a condividere dati

Le app Postepay e BancoPosta ora funzionano senza autorizzazioni obbligatorie, dando agli utenti più libertà nella gestione della privacy.

Fino a poco tempo fa, chi voleva usare le app Postepay e BancoPosta doveva accettare una condizione un po’ invasiva: concedere a Poste Italiane il permesso di accedere ai dati di utilizzo del telefono. Tutto questo per attivare la funzione “Proteggi il tuo dispositivo“, pensata per aumentare la sicurezza e tenere lontane le frodi. Il problema? Senza questo consenso, le app semplicemente non funzionavano. Ma le cose sono cambiate, e da qualche giorno questa autorizzazione non è più obbligatoria.

 

Sicurezza senza obblighi per Poste Italiane

Poste Italiane ha iniziato ad avvisare gli utenti direttamente nelle app, informandoli che adesso possono scegliere se mantenere attiva l’opzione o revocarla. Se si decide di toglierla, le app continueranno a funzionare normalmente, anche se – avverte l’azienda – il livello di protezione potrebbe essere leggermente inferiore.

La decisione sembra arrivare dopo diverse segnalazioni di utenti che non erano proprio entusiasti all’idea di dover concedere questo tipo di accesso per forza. Poste Italiane ha chiarito che la funzione non raccoglie dati personali come foto, messaggi o documenti, ma si limita a controllare la presenza di eventuali software sospetti. Tuttavia, adesso sta agli utenti decidere se attivarla o meno.

Per chi vuole disattivarla, la procedura è piuttosto semplice: basta andare nelle impostazioni del telefono, cercare la sezione delle autorizzazioni delle app e togliere il permesso a Postepay e BancoPosta. Il percorso potrebbe variare a seconda del modello di smartphone e della versione di Android, ma niente di troppo complicato.

Chi vuole più informazioni può sempre dare un’occhiata alla pagina ufficiale di Poste Italiane o contattare l’assistenza. In ogni caso, questa novità rappresenta un cambiamento importante: ora gli utenti hanno finalmente più libertà di scelta senza il rischio di ritrovarsi con un’app inutilizzabile solo perché non vogliono condividere determinati dati. Un piccolo ma significativo passo avanti nella gestione della sicurezza digitale.

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