Jony Ive, il celebre designer che ha dato forma a dispositivi come l’iMac, l’iPhone e l’Apple Watch, ha condiviso dettagli inediti sulla sua esperienza in Apple e sul legame con Steve Jobs. In un’intervista, ha raccontato di come l’iconico iMac sia stato progettato in tempi record e di come ancora oggi si trovi a chiedersi cosa avrebbe fatto Jobs, nonostante il cofondatore gli avesse esplicitamente detto di non farlo.
I segreti dietro l’iMac e il legame con Steve Jobs
Quando Steve Jobs tornò in Apple nel 1997, l’azienda era sull’orlo del fallimento. Il primo grande progetto che affrontarono insieme fu l’iMac, che in sole tre settimane passò dall’idea alla realizzazione. Il design rivoluzionario, con il suo guscio trasparente e colorato, segnò la rinascita di Apple e pose le basi per il successo degli anni successivi. Per Ive, quel periodo fu straordinariamente intenso, ma anche incredibilmente stimolante, grazie alla sinergia creatasi con Jobs.
Il loro rapporto andava oltre il lavoro. Jobs non voleva che Ive cercasse di pensare come lui, ma l’influenza che ha avuto su di lui è stata così profonda che, ancora oggi, non può fare a meno di domandarsi cosa avrebbe fatto il suo mentore. Per anni, dopo la morte di Jobs, non è riuscito a leggere nulla su di lui, tanto era il peso della perdita.
Nonostante le critiche rivolte a Jobs per il suo carattere esigente, Ive lo ha sempre difeso. Secondo lui, era un leader capace di trasformare idee in realtà, perché aveva una visione chiara e la determinazione necessaria per realizzarla. I due condividevano una comprensione reciproca così profonda che, spesso, bastava uno sguardo per capirsi.
Curiosamente, oggi Ive si trova a riflettere sugli effetti della tecnologia che ha contribuito a creare. Si interroga sul modo in cui gli strumenti digitali possano influenzare la creatività umana e sente una certa responsabilità per gli effetti non intenzionali derivati dall’iPhone. Anche l’intelligenza artificiale è un tema che lo affascina e lo preoccupa. Sta lavorando a un progetto legato all’AI con Sam Altman, CEO di OpenAI, e lo considera una delle esperienze più stimolanti della sua carriera.
Dopo quasi trent’anni in Apple, Ive ha lasciato l’azienda nel 2019 per fondare il suo studio, LoveFrom. La transizione non è stata difficile, ma complessa. Aveva portato a termine molti progetti e sentiva che era il momento giusto per voltare pagina. Ha continuato a collaborare con Apple fino al 2022, ma ora si dedica completamente a nuovi progetti, che spaziano dalla beneficenza al design di lusso.
Dalla Apple ad nuova era
Ripensando ai suoi inizi, ha raccontato di aver faticato a scuola, dove il design non veniva considerato una disciplina di valore. Essere introverso e più interessato a creare oggetti che a seguire lezioni tradizionali lo ha fatto sentire fuori posto. Ancora oggi, secondo lui, il ruolo del design nelle scuole viene sottovalutato, nonostante la sua importanza nel mondo moderno.
Durante l’intervista, ha anche condiviso la sua playlist personale, includendo brani come “Don’t You (Forget About Me)” dei Simple Minds e un pezzo della colonna sonora di WALL-E, un film che racconta una storia di tecnologia e umanità. Tra i suoi ricordi più intimi, ha scelto anche una registrazione di suo figlio Harry, realizzata con l’iPhone, un dettaglio che chiude il cerchio della sua storia personale e professionale.