martedì, Aprile 1, 2025

Motorola dice addio al bloatware? Ecco cosa sta cambiando

di Margherita Zichella
Motorola riduce il bloatware nei suoi nuovi smartphone, offrendo un software più pulito e aggiornamenti rapidi, come nel Moto G54.

Se c’è una cosa che manda in bestia gli utenti di smartphone, specialmente quelli di fascia media e bassa, è il bloatware. Sai, quelle app preinstallate che non hai mai chiesto, che intasano la memoria e spesso ti riempiono di pubblicità fastidiose? Ecco, Motorola per anni non è stata da meno, ma a quanto pare qualcosa sta cambiando.

 

Motorola e il problema del bloatware

Motorola ha una lineup di smartphone che copre praticamente ogni fascia di prezzo: dai modelli economici della serie Moto E, ai top di gamma pieghevoli della serie Razr, passando per la gamma Moto G e la linea Edge. Ma come spesso accade con i dispositivi più accessibili, negli ultimi anni la casa alata ha seguito la tendenza di molti produttori Android, riempiendo i suoi telefoni più economici di app preinstallate.

Prendiamo ad esempio il Moto G54: già di suo non è un mostro di potenza, ma in più arriva con app come LinkedIn, Google News, Google Wallet, Google Podcast, TikTok, Opera Browser e Weather (quest’ultima piena di pubblicità e praticamente inutilizzabile). Ok, molte di queste si possono disinstallare, ma altre restano lì, occupando spazio e risorse.

 

Qualcosa sta cambiando?

La buona notizia è che con i nuovi Moto G (2025) e Moto G Power (2025), Motorola sembra aver fatto un passo indietro su questa pratica. Niente più hub per lo shopping, per i giochi e per l’intrattenimento. Il software è più pulito, anche se qualche app preinstallata è rimasta (ma per fortuna quasi tutte si possono eliminare).

E non è l’unico segnale positivo: Motorola sta migliorando anche il supporto software. Un esempio? Il Moto G54 ha ricevuto Android 15 prima di tanti altri dispositivi, compresi alcuni top di gamma della concorrenza (ogni riferimento a Samsung è puramente casuale).

Certo, qualche anno in più di aggiornamenti non guasterebbe, ma almeno sembra che l’azienda abbia capito che gli utenti non vogliono smartphone pieni di spazzatura digitale. Speriamo che questa tendenza si confermi anche per i prossimi modelli in arrivo in Europa!

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