L’azienda era nata con l’obiettivo di sviluppare e diffondere in modo etico l’intelligenza artificiale. Evitando che possa diventasse uno strumento di potere nelle mani di poche multinazionali. Eppure, la crescente necessità di risorse finanziarie per lo sviluppo di modelli avanzati, come GPT-4, ha spinto i vertici della compagnia a cambiare strategia. Ciò optando per un assetto for-profit capace di attrarre maggiori investimenti.
Musk ha espresso preoccupazione per il fatto che tale transizione possa minare la trasparenza
e l’accessibilità della tecnologia sviluppata da OpenAI. Secondo il magnate, l’azienda potrebbe finire per operare con logiche di profitto che mettono in secondo piano l’interesse pubblico. La sua opposizione si è spinta fino a proporre un’acquisizione ostile per impedire il cambiamento di modello. Salvo poi ritirare l’offerta a fronte di garanzie da parte di OpenAI, garanzie che non sono mai arrivate.Il giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha stabilito che Musk non ha presentato prove sufficienti a giustificare il blocco del processo. Ha però lasciato aperta la possibilità per il miliardario di intentare una causa per determinare se la transizione di OpenAI violi leggi esistenti. In particolare riguardo all’uso di fondi pubblici per il suo sviluppo iniziale. Se Musk dovesse ottenere ragione in tribunale, OpenAI potrebbe essere costretta a rivedere la sua struttura e il suo modello di business. Al contrario, se l’azienda di Altman riuscisse a consolidare la sua posizione, si rafforzerebbe un precedente. Non resta che attendere i futuri sviluppi.