Se il mondo del gaming è la vostra passione e tutte le novità presentate sul mercato attirano la vostra attenzione, allora oggi potreste rimanere del tutto sorpresi da un gioco del tutto speciale. Parliamo proprio di quello che è stato definito il gioco di tiro più piccolo al mondo.
Una soluzione, sviluppata da alcuni ricercatori dell’Università di Nagoya, che potrebbe davvero stravolgere alcuni aspetti del settore del gaming. Non a caso, si tratta di una speciale tecnologia che consente ai giocatori ad arrivare ad un processo di interazione vero e proprio con oggetti di dimensioni infinitesimali. Scopriamo insieme nel corso di questo nuovo articolo tutti i dettagli che sono stati diffusi in merito a tale innovazione.
Gaming: ecco il gioco più piccolo del mondo
Il gaming nel corso degli anni ha subito un vero e proprio sviluppo, tanto da ottenere un gran numero di nuovi utenti appassionati. Ma non può certamente non attirare l’attenzione il progetto sviluppato dai ricercatori dell’Università di Nagoya.
Parliamo infatti di un grande traguardo raggiunto non solo nel mondo digitale ma in quello della nanometrico. Non a caso, infatti, tale tecnologia lascia tutti stupiti per il risultato che rappresenta in ambito della nano-mixed reality.
Ma come funziona esattamente? L’aspetto che può essere certamente considerato il più “speciale” è proprio la capacità, per i giocatori, di pilotare una nave digitale mediante l’uso di un classico controller. Nello specifico, il gioco consiste nel dover manovrare una nave sparando proiettili a nanoparticelle reali al fine di respingerle.
In merito a questo sono riusciti a fare i ricercatori, il professor Hoshino ha sottolineato che sarebbe possibile stampare in 3D gli oggetti creati in tempo reale, potenzialmente trasformando il mondo della stampa 3D. Oppure utilizzare la stessa tecnica di guida per indirizzare agenti tossici verso cellule virali negli organismi viventi e distruggerle.
Dunque, tale tecnologie non rappresenta solamente un traguardo per il mondo del gaming, bensì anche per la stampa 3D. Un risultato che non fa altro che aprire la strada a un futuro molto più all’avanguardia.