sabato, Marzo 29, 2025

Il nucleare rinasce in Italia con nuovi progetti

di Margherita Zichella
L’Italia ripensa al nucleare con un piano che include nuove centrali, fusione e gestione sostenibile dei rifiuti radioattivi.

L’Italia sta per fare un ritorno – o meglio, un salto in avanti – nel mondo dell’energia nucleare, ma con un approccio tutto nuovo. Il Consiglio dei Ministri, su iniziativa del Ministro Gilberto Pichetto Fratin, ha dato il via libera a una legge che dà al Governo il compito di sviluppare il nucleare sostenibile. In pratica, si parla di nuove centrali, ma anche di gestione intelligente dei rifiuti, di smantellamento dei vecchi impianti e, soprattutto, di ricerca sulla fusione nucleare. Un mix di scienza e tecnologia per affrontare le sfide energetiche dei prossimi anni.

 

L’Italia verso un nuovo futuro nucleare

E non è che nel resto del mondo siano rimasti fermi a guardare. Alcuni Paesi stanno sperimentando soluzioni decisamente futuristiche, come batterie in grado di trasformare i rifiuti nucleari in energia grazie alla radiazione gamma. Roba da fantascienza? Forse qualche anno fa, ma oggi potrebbe essere una svolta nel modo in cui utilizziamo e smaltiamo i materiali radioattivi.

L’idea alla base di questo piano è piuttosto semplice: un’energia pulita, programmabile e continua. Il nucleare di nuova generazione, accanto alle fonti rinnovabili, potrebbe essere la chiave per ridurre le emissioni e garantire al Paese una fornitura stabile di elettricità, senza dover dipendere da fornitori esteri o da fonti più inquinanti. Ma come si passa dalle parole ai fatti? Il governo avrà un anno di tempo per scrivere le regole del gioco e stabilire cosa fare, come farlo e dove.

Nel frattempo, bisognerà anche pensare a cosa fare con gli impianti del passato. Le vecchie centrali nucleari vanno smantellate con attenzione, e i rifiuti radioattivi gestiti in modo sicuro. Per tenere tutto sotto controllo, verrà creata un’autorità indipendente che si occuperà di supervisionare ogni fase del processo. Non solo: il piano prevede anche investimenti nella formazione di tecnici specializzati e incentivi per le comunità che ospiteranno le nuove infrastrutture.

Insomma, l’Italia sta davvero ripensando al nucleare. Dopo il referendum del 1987, che aveva messo un punto fermo sull’argomento, oggi la questione torna sul tavolo con un approccio più moderno e consapevole. Non sarà un ritorno immediato, ma il primo passo è fatto. Ora resta da vedere come verrà affrontato il resto del cammino.

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