È importante sottolineare che le prove a sostegno delle affermazioni sembrano piuttosto deboli. Ars Technica, testata autorevole nel settore tecnologico, ha indagato sulla questione. A tal proposito, ha trovato solo una manciata di segnalazioni simili
negli ultimi anni. Senza però evidenze che suggeriscano un problema diffuso e sistematico. Inoltre, le esperienze degli utenti sembrano variare notevolmente, il che potrebbe indicare che eventuali malfunzionamenti non siano direttamente legati a una politica aziendale.Brother, dal canto suo, ha risposto ufficialmente alle accuse, negando qualsiasi blocco intenzionale. L’azienda ha ribadito che i suoi aggiornamenti firmware non limitano l’uso di materiali compatibili. Inoltre, secondo quanto riportato, non vi è alcun degrado della qualità di stampa dovuto alle cartucce non originali.
Il caso solleva ancora una volta il dibattito sulla libertà di scelta dei consumatori. Inoltre, si focalizza anche sull’importanza della trasparenza da parte delle aziende. Da un lato Brother sembra avere buone ragioni per difendere la propria posizione. Dall’altro è evidente come la fiducia degli utenti possa essere facilmente compromessa. Non resta che attendere e scoprire se emergeranno ulteriori prove a sostegno delle accuse o se la questione si sgonfierà come un semplice malinteso.