L’idea alla base di “Personalization” è semplice. Il sistema intende sfruttare la cronologia delle ricerche dell’utente per offrire risposte che siano non solo pertinenti, ma anche strettamente correlate agli interessi e alle abitudini individuali. Per attivare tale funzione, l’utente dovrà autorizzare il collegamento della cronologia delle ricerche a un sistema denominato “Gemini con contesto personale”. Tale collegamento sarà facoltativo e protetto da un disclaimer
visibile nella schermata di interazione. Ciò garantisce che le conversazioni con il modello non saranno utilizzate per migliorare ulteriormente Gemini.L’obiettivo di Google è di rendere Gemini non solo un chatbot avanzato. Ma anche uno strumento capace di comprendere meglio il suo interlocutore. Al momento, tale opzione risulta ancora in fase sperimentale. I primi test riportano risultati promettenti e un funzionamento già abbastanza soddisfacente. Dettagli che lasciano ben sperare per la sua introduzione. Con tali premesse, l’aggiornamento di Gemini potrebbe segnare il debutto ufficiale di tale funzionalità. È importante sottolineare che, probabilmente, sarà inizialmente accessibile solo agli abbonati Advanced.
Se il modello “Personalization” dovesse funzionare come previsto, potrebbe rappresentare una svolta importante per il modo in cui l’intelligenza artificiale interagisce con gli utenti. Aprendo così la strada ad esperienze più intuitive e mirate. In grado di evolversi nel tempo in base alle preferenze individuali.