I possibili dettagli sulle nuove schede di NVIDIA
Tale evoluzione è possibile dall’introduzione di moduli da 3GB ciascuno. Una novità assoluta per il mercato delle schede grafiche professionali. Tale tipo di memoria è collegato attraverso un’interfaccia a 512 bit. Garantendo una larghezza di banda notevolmente migliorata rispetto alla generazione precedente.
NVIDIA ha inoltre adottato un nuovo schema di denominazione per la sua linea professionale. È stato lasciato il marchio QUADRO. Quest’ultimo è sostituito con “RTX+Nome dell’Architettura”. In suddetto caso, si parla di “RTX Blackwell”. Un nome che punta a uniformare l’intera gamma di prodotti dell’azienda, facilitandone il riconoscimento da parte degli utenti.
Tra i modelli riportati dai documenti si distinguono due versioni principali. Ovvero RTX PRO 6000 X Blackwell e RTX PRO 6000 Blackwell standard. Le differenze tra i due sembrano significative, a partire dalle schede madre utilizzate. Rispettivamente identificate come PG144 e PG153. Il modello “X” monta il chip GB202-870, sviluppato specificamente per il segmento workstation. Con un TGP (Thermal Graphics Power) massimo di 600W. È importante sottolineare che, probabilmente, tale valore rappresenti il limite teorico e non il consumo effettivo in condizioni normali.
Il futuro delle workstation sembra pronto ad un’importante. Ciò con NVIDIA pronta a dettare nuovi standard in termini di potenza di calcolo e capacità di memoria. In tal modo, l’azienda offre agli utenti professionali strumenti sempre più avanzati per gestire carichi di lavoro complessi.