L’intelligenza artificiale sta facendo il suo ingresso sempre più prepotente nel mondo dei videogiochi e, a quanto pare, Sony non vuole restare a guardare. Un video trapelato di recente ha mostrato come il colosso giapponese stia sperimentando personaggi PlayStation dotati di IA, capaci di rispondere autonomamente ai giocatori e interagire con loro in modo naturale. Il primo esperimento ha come protagonista Aloy, la guerriera della serie Horizon, trasformata in un’intelligenza artificiale conversazionale in grado di rispondere a comandi vocali e di adattare la sua espressione facciale in base al dialogo.
Sony sperimenta NPC con IA
L’idea, sulla carta, è affascinante: immagina di poter parlare direttamente con i personaggi del tuo gioco preferito, chiedendo loro informazioni, scambiando battute o magari modificando l’andamento della storia in base alle conversazioni. Ma nella pratica, il sistema sembra ancora acerbo. Nel video di dimostrazione, Aloy risponde alle domande in modo coerente, ma con una voce sintetizzata che manca dell’energia e del carisma dell’attrice originale. Anche le animazioni facciali risultano un po’ rigide, con lo sguardo che a tratti sembra privo di vita.
C’è anche un’ironia di fondo nella scelta di Aloy come prima candidata per questo esperimento. In Horizon, il mondo è stato devastato proprio da macchine fuori controllo e la protagonista stessa scopre di essere un clone creato dall’intelligenza artificiale. Insomma, una scelta narrativa che sembra quasi uno scherzo del destino.
Ma oltre alle questioni tecniche ed estetiche, c’è un altro interrogativo che questa tecnologia solleva: dove ci porterà tutto questo? Sony non è certo l’unica a spingere sull’IA nei videogiochi. Microsoft sta lavorando a sistemi che aiutino gli sviluppatori a creare ambienti di gioco in modo più veloce, Electronic Arts vede nell’intelligenza artificiale il futuro del gaming e Capcom sta esplorando nuove soluzioni per generare idee in modo automatizzato.
Quello che è certo è che l’industria sta cambiando. Il sogno di avere NPC intelligenti, capaci di conversare e reagire come persone vere, è sempre più vicino. Resta solo da capire se questo renderà i videogiochi più coinvolgenti o se finirà per snaturare l’esperienza che conosciamo e amiamo.