Nel mercato dei semiconduttori, la distanza tra TSMC e Samsung continua ad aumentare. L’azienda taiwanese ha consolidato il proprio dominio, portando la sua quota al 67,1% nel quarto trimestre del 2024. Secondo TrendForce, questo rappresenta un aumento di 2,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. In altre parole, due chip su tre prodotti a livello mondiale negli ultimi tre mesi dell’anno sono stati realizzati da TSMC.
Nel frattempo, Samsung Foundry ha subito un periodo di incertezze, scendendo dall’9,1% all’8,1%. La distanza tra i due giganti si è ampliata, passando da 55,6 a 59 punti percentuali. La perdita di terreno di Samsung è dovuta a diversi fattori: tra cui problemi di rendimento produttivo e una crescente competizione internazionale.
Samsung e il successo di TSMC grazie ai big del tech
Il predominio di TSMC non è casuale. Anzi è il frutto di una strategia vincente e di una collaborazione con i più grandi nomi del settore. Aziende come Apple, Nvidia, AMD, Qualcomm e Google si affidano alla suddetta azienda per la realizzazione dei loro chip avanzati. La produzione del Tensor G5 per il GooglePixel 10 e il futuro Snapdragon 8 Elite 2 per il Galaxy S26 Ultra sono solo alcuni esempi di questa supremazia tecnologica.
Anche il settore mobile ha dato una spinta fondamentale. TSMC produce i processori per gli iPhone e per diversi dispositivi Samsung, tra cui i top di serie GalaxyS e GalaxzZ. La sua capacità di realizzare chip con nodi sempre più avanzati, come il 3nm di terza generazione (N3P), le ha garantito una posizione di leadership nel mercato dei semiconduttori.
Il principale ostacolo per Samsung Foundry è la scarsa efficienza produttiva delle sue tecnologie più avanzate. La resa del nodo a 2nm è attualmente intorno al 30%, ben al di sotto delle aspettative. Tale criticità ha costretto l’azienda coreana a utilizzare processori Qualcomm su tutti i modelli della serie GalaxyS25. Rinunciando così ai propri chip Exynos.
La concorrenza della cinese SMIC sta diventando sempre più aggressiva. Con una quota del 5,5%. SMIC infatti sta guadagnando terreno grazie alla produzione dei chip-Huawei. Tra cui i processori per smartphone e i semiconduttori per l’intelligenza artificiale. Le restrizioni americane però impediscono alla società cinese di accedere ai macchinari EUV, limitando la sua capacità di sviluppare tecnologie più avanzate.