L’idea di monitorare la pressione sanguigna tramite dispositivi indossabili è sempre più concreta. Così, per raggiungere questo scopo, Fitbit si è messa in azione. L’ azienda infatti ha da poco depositato un brevetto presso lo US Patent and Trademark Office. Un evento che segna l’arrivo di una tecnologia innovativa per il controllo della pressione arteriosa. Il documento descrive un accessorio dotato di sensori ottici e di pressione. Questi ultimi sono in grado di rilevare le variazioni del flusso sanguigno semplicemente entrando in contatto con la pelle della persona.
Fitbit: soluzioni innovative e il confronto con Huawei
Non è ancora chiaro quale forma avrà questo nuovo device. Le ipotesi più accreditate parlano di uno smartwatch avanzato. Ma altre indiscrezioni suggeriscono che Fitbit stia lavorando a un anello intelligente. Un accessorio smart che possa misurare la pressione sanguigna e altri parametri vitali. Come ad esempio il livello di glucosio, lipidi ed emoglobina. Vi è però un ostacolo da superare: l’affidabilità dei dati. In quanto i misuratori tradizionali utilizzano un bracciale che si gonfia intorno al braccio per garantire misurazioni precise.
Per superare questo limite, Fitbit potrebbe adottare un sistema basato su un cuscinetto gonfiabile integrato nella parte inferiore del dispositivo. Tale meccanismo permetterebbe ai sensori di mantenere un contatto costante con la pelle. Fino a determinare una maggiore accuratezza delle rilevazioni. Un approccio simile è già stato introdotto da Huawei con il WatchD2. Si tratta di uno smartwatch equipaggiato con una micro pompa e un airbag. Assolutamente ideale per misurare la pressione arteriosa.
Il brevetto di Fitbit fa riferimento a un metodo che sfrutta il tempo di transito dell’onda di pressione nel polso per stimare la pressione del sangue. Tale sistema potrebbe offrire una misurazione più intuitiva e affidabile. Garantendo un’accuratezza dei dati persino maggiore rispetto ad altri device attualmente disponibili sul mercato. Ovviamente sempre se calibrato correttamente. In più, l’integrazione di sensori multipli, come quelli ottici PPG, potrebbe migliorare ulteriormente la precisione dei dati raccolti. Ora resta solo da vedere se questa tecnologia supererà i test clinici. Ma soprattutto se otterrà le certificazioni necessarie per essere utilizzata come strumento medico.