Maserati, simbolo di eccellenza da sempre tra i brand automobilistici, sta attraversando una crisi a dir poco critica. Le vendite dello scorso anno sono dimezzate, creando un’ondata di preoccupazione tra i lavoratori e l’intero settore. Anche con tutto prestigio legato al marchio del Tridente, la realtà è spietata. Gli investimenti sono stati tagliati, i modelli cancellati, come la Maserati MC20 elettrica, e gli operai sono in cassa integrazione. Un disastro.
Stellantis, il gruppo che controlla Maserati, ha avanzato una proposta ai dipendenti. Alcuni degli operai in cassa integrazione dello stabilimento di Modena potrebbero accettare una trasferta di sei mesi in Serbia per produrre la nuova FIAT Grande Panda presso lo stabilimento di Kragujevac. La proposta, sebbene su base volontaria, non è stata accolta positivamente dai sindacati. Questi l’hanno infatti definita una “presa in giro”. I lavoratori coinvolti non vedono in questa offerta una soluzione alla crisi della fabbrica modenese, pare essere solo un “cerotto”. Mostra solo incertezza sul futuro dell”impianto e non ripresa. Cosa accadrà? Tale scelta ha davvero un senso?
Una crisi che tocca il cuore del made in Italy: Maserati non è più come una volta?
L’immagine di Maserati come icona del lusso sembra cedere sotto il peso di una crisi più profonda. Le difficoltà non riguardano solo le vendite, ma anche la riduzione degli investimenti. Stellantis ha tagliato 1,5 miliardi di euro previsti per il rilancio del marchio, mettendo in stand-by modelli già annunciati. Tra questi, il sogno dell’MC20 elettrica, che avrebbe dovuto vedere la luce proprio a Modena. Il timore che lo stabilimento possa non riprendere a pieno regime si fa sempre più concreto. Si parla di una possibile riapertura temporanea a metà marzo, ma solo per una settimana.
Gli operai, nel frattempo, restano sospesi in una realtà fatta di cassa integrazione e proposte di lavoro all’estero che non convincono. Il futuro del marchio e dei suoi dipendenti sembra appeso a un filo. Stellantis riuscirà a risollevare Maserati? Oppure questa crisi segna l’inizio della fine per uno dei marchi storici dell’automobile italiana? Le risposte tardano ad arrivare, ma la tensione è palpabile tra i lavoratori e i sindacati, che vedono nell’offerta di trasferte temporanee solo una toppa su una ferita troppo profonda.