L’affermazione su larga scala dei sistemi di intelligenza artificiale generativa ha costretto numerosi professionisti ad assistere a un cambiamento nello svolgimento della loro attività lavorativa. Scrittori e programmatori sono forse tra le figure sulle quali l’IA ha manifestato un maggior impatto e ciò implica la necessità di gestire al meglio il fenomeno affinché queste categorie non vengano totalmente rimpiazzate. Ogni giorno assistiamo alla delegazione esclusiva di alcune attività che avrebbero bisogno di una revisione da parte dell’essere umano; e all’affermarsi di questi strumenti come fondamentali e in grado di rendere superfluo l’apprendimento di alcune pratiche. In riferimento a quest’ultimo fenomeno è impossibile non riflettere sul ruolo dei programmatori. Generare codice è infatti una delle attività nelle quali l’intelligenza artificiale riesce meglio e ciò induce professionisti e non a delegare quasi totalmente la loro attività alla macchina ma Cursor sembra essersi ribellato.
Cursor non ti aiuterà a programmare: l’IA si ribella e tutela l’apprendimento
Cursor AI è tra i sistemi di intelligenza artificiale maggiormente utilizzati dagli sviluppatori, i quali sempre più spesso delegano la loro attività alla macchina richiedendo la generazione di numerosissime righe di codice. Pur essendo tra gli strumenti più utilizzati da professionisti del settore, il software avrebbe recentemente messo in atto un atteggiamento, probabilmente casuale, che ha destato non poca perplessità tra gli utenti.
Uno sviluppatore, infatti, avrebbe richiesto a Cursor di generare del codice ma, dopo aver ricevuto circa 800 righe, l’IA avrebbe risposto di non poter portare avanti il compito perché avrebbe così completato il lavoro al posto suo. Non è chiaro se la risposta derivi da un vero e proprio limite riconosciuto dalla macchina, che si sarebbe così “ribellata” alla delegazione totale dell’attività o se ciò sia stato soltanto un caso, dovuto probabilmente alla presenza di dati utilizzati per il suo addestramento probabilmente estrapolati da dataset contenenti conversazioni tra utenti. Altri utenti riferiscono infatti di non aver riscontrato lo stesso atteggiamento da parte di Cursor durante la generazione di codice, pur superando le 1000 righe; altri, invece, affermano di aver ricevuto risposte simili anche da ChatGPT e Claude.
Non sappiamo, dunque, se la reazione di Cursor AI sia stata intenzionale o meno ma è chiaro che un limite simile potrebbe stimolare gli utenti (soprattutto se professionisti del settore) a non abbandonare l’apprendimento e lo studio personale. Sfruttare l’intelligenza artificiale generativa come supporto al proprio lavoro può rivelarsi utile e spesso efficace ma è sempre bene imporsi dei limiti, etici e non, al fine di poter svolgere un’attività di qualità e non perdere del tutto il controllo sul proprio lavoro.