L’intelligenza artificiale sta entrando sempre di più nel mondo del lavoro, e gli italiani non vogliono restare a guardare. Anzi, secondo il Randstad Workmonitor, quasi la metà dei lavoratori nel nostro Paese sente il bisogno urgente di formarsi su questa tecnologia. Non stiamo parlando solo di esperti di dati o programmatori: l’AI sta diventando uno strumento fondamentale in tantissimi settori, e chiunque voglia restare competitivo sul mercato sa di dover imparare a usarla.
Lavoratori italiani a scuola di AI
Quello che sorprende è che questa richiesta non arriva solo dai più giovani. Certo, la Generazione Z è molto interessata al tema, ma il dato più alto si registra tra gli over 55. Sì, proprio loro, quelli che di solito vengono considerati meno inclini alla tecnologia, dimostrano una voglia incredibile di aggiornarsi e stare al passo con i tempi. Questo dimostra che l’AI non è solo una moda per smanettoni, ma uno strumento di lavoro che interessa trasversalmente tutte le generazioni.
Ma di cosa hanno bisogno, esattamente, i lavoratori italiani? Oltre alle competenze più tecniche, come la gestione dei dati e la comprensione dei modelli di intelligenza artificiale, c’è una crescente attenzione alle cosiddette soft skill. Saper dialogare con questi strumenti, integrarli nella vita lavorativa quotidiana e gestirne gli aspetti etici è sempre più importante. Inoltre, la capacità di adattarsi e imparare velocemente – la famosa “learning agility” – è diventata fondamentale, perché il mondo del lavoro cambia a una velocità mai vista prima.
E le aziende? Se pensano di poter ignorare questa richiesta, rischiano grosso. Il 38% dei lavoratori italiani ha dichiarato di essere pronto a cambiare lavoro se non gli verranno offerte opportunità di formazione sull’AI. E il 40% rifiuterebbe addirittura una nuova posizione se non ci fosse un piano di crescita in questo ambito. Insomma, l’intelligenza artificiale non è solo un’opzione per le imprese: è una necessità, se vogliono attrarre e trattenere talenti.
L’Italia sta iniziando a capire l’importanza di investire nell’AI, ma c’è ancora tanta strada da fare per stare al passo con altri Paesi europei. Scuole, aziende e istituzioni devono lavorare insieme per rendere la formazione accessibile a tutti, perché una cosa è certa: l’AI non aspetta. Chi non si adegua, rischia di restare indietro.