La BYD, anche se in un periodo di crescita, non è esime dagli ostacoli nel suo percorso di espansione europeo. In particolare, in questi giorni, l’attenzione è rivolta alla costruzione del nuovo impianto in Ungheria. Questo dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2025, ma forse le cose non andranno come previsto. La Commissione Europea avrebbe infatti avviato un’indagine per verificare la presenza di sussidi non consentiti provenienti dalla Cina per facilitare la costruzione della fabbrica.
Secondo le informazioni attuali, l’indagine sulla BYD è ancora in una fase preliminare. Il Governo ungherese, nel frattempo, ha confermato tramite il ministro per gli Affari europei Janos Boka che ogni investimento nel Paese è attentamente monitorato dall’Unione Europea. Non sarebbe la prima volta che un progetto del Paese viene esaminato con particolare attenzione. Ma cosa accadrebbe se l’indagine confermasse la presenza di aiuti di Stato non permessi? Le conseguenze per BYD potrebbero essere molto pesanti. Si vocifera addirittura che l’azienda cinese potrebbe essere costretta a rimborsare le sovvenzioni. Potrebbe anche arrivare a ridurre la capacità produttiva e vendere alcune attività per allinearsi alle normative europee. Nel peggiore dei casi, potrebbero essere inflitte sanzioni economiche.
Il futuro di BYD in Europa: si supererà l’incertezza?
La situazione di BYD in Europa si complica ulteriormente se si considera che i rapporti tra il Governo ungherese e la Commissione Europea sono spesso tesi. Ogni decisione riguardante aiuti di Stato è oggetto di scrupolosi controlli da parte di Bruxelles, e non mancano attriti politici tra Budapest e l’Unione. BYD, con la sua rapida crescita, si trova ora di fronte a una sfida imprevedibile. La possibile interferenza dei sussidi cinesi potrebbe far vacillare i piani dell’azienda di conquistare il mercato europeo. Il rischio di dover rivedere drasticamente le proprie strategie, rinunciando a parte della produzione in Ungheria, è concreto. Resta da vedere quale sarà il responso finale dell’indagine, ma una domanda sorge spontanea: riuscirà BYD a mantenere il suo slancio in Europa, o la Commissione Europea sarà il freno che ostacolerà i suoi piani? L’industria automobilistica europea potrebbe essere pronta a reagire in un contesto dove ogni passo falso costa caro. Si attendono aggiornamenti nei prossimi giorni.