Continuiamo nel progresso verso la ricerca di una fonte di energia che annulli il fattore di inquinamento, una di questi è l’energia solare utilizzata con gli impianti fotovoltaici.
Dopo diversi anni dall’suo di questa tipologia di energia, si è dato lo stop all’incentivo su di essa.
Impianti fotovoltaici, cosa succede?
Arriva l’addio allo scambio sul posto, soprattutto per i nuovi impianti che dovranno essere allacciati. Il governo ha pubblicato alla fine del 2024 il relativo decreto che ha messo il punto di fine all’incentivo per tutti coloro che possedevano un impianto fotovoltaico.
Il servizio di scambio sul posto è il meccanismo che permette di compensare al livello economico l’energia immessa in rete con quella prelevata. L’energia in eccesso prodotta in estate, viene scambiata con quella consumata quando non c’è la produzione. Un meccanismo economico che può essere paragonato ad una batteria virtuale.
L’incentivo di questi impianti fotovoltaici, è erogato direttamente dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. ai vari clienti finali che vanno a pagare la bolletta. Oltre allo scambio sul posto c’è anche il ritiro dedicato, un incentivo molto meno conveniente oltre che tassato perché è un reddito.
Da quanto detto dal 29 maggio 2025 gli impianti fotovoltaici o di produzioni che entrano in esercizio non potranno bensì più accedere al regime di scambi o sul posto. Una data scelta dal fatto che il decreto ministeriale del 30 dicembre 2024 è entrato in vigore il 28 febbraio 2025. Con il relativo articolo 9 comma due del decreto legislativo 199/21 prevede che devono decorrere ben 90 giorni da tale data.
Normalmente ci sarà una uscita ben graduale che potrà permettere di ammortizzare l’impianto fotovoltaico. Tutti quelli che dal 31 dicembre 2024 avevano un contratto di scambio sul posto più vecchio di 15 anni non hanno avuto la possibilità di rinnovarlo. Invece continuerà a rinnovarsi per 15 anni dalla data della prima sottoscrizione tutti quelli che attualmente fanno uso del regime.