domenica, Marzo 30, 2025

Carbonio: assorbimento e rilascio non più equilibrati

La capacità di assorbire il carbonio risulta bloccato. Tale declino potrebbe accelerare il riscaldamento globale.

di Margareth Galletta
carbonio

Le condizioni ambientali del nostro Pianeta destano continue preoccupazioni. A tal proposito, elemento importante riguarda la capacità degli ecosistemi di immagazzinare anidride carbonica. Quest’ultima, infatti, sembra essere in declino. Secondo uno studio recente, il picco massimo di tale fenomeno si è registrato nel 2008. Ma da allora è in calo. Ad un tasso dello 0,25% all’anno. Suddetto rallentamento nel sequestro naturale del carbonio rappresenta un pericolo concreto. Riguardo la lotta al cambiamento climatico. Inoltre, potrebbe contribuire ad accelerare il riscaldamento globale.

Nuovi dati riguardo sequestro naturale del carbonio degli ecosistemi

Le analisi degli studiosi si sono basate sugli ecosistemi dell’emisfero settentrionale. Qui si trovano gran parte delle foreste. Durante l’estate, la vegetazione assorbe grandi quantità di CO2. Eppure, nei mesi invernali, parte del carbonio accumulato viene rilasciato nuovamente. Ciò a causa della biodegradazione delle piante morte. Tale ciclo naturale ha sempre avuto un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio climatico. Ma la sua efficacia sembra ormai compromessa.

Negli anni ’60, la capacità della vegetazione di trattenere CO2 cresceva. Ciò ad un ritmo dello 0,8% annuo. Se tale ritmo fosse proseguito, il sequestro naturale di carbonio sarebbe aumentato del 50%. Ciò tra il 1960 e il 2010. L’incremento della CO2 avanza ad un determinato ritmo. Pari a circa +2,5 parti per milione(ppm) annuali. Considerando ciò, tale valore sarebbe stato contenuto a +1,9 ppm.

Purtroppo, dal 2008, la tendenza si è ribaltata. L’emisfero boreale ora rilascia più CO2 di quanta ne assorbe. Con una perdita media dello 0,25% all’anno. Se tale fenomeno continuerà senza interventi, la capacità degli ecosistemi di sequestrare carbonio potrebbe ridursi del 50%. Ciò nei prossimi 250 anni.

A tal proposito, gli esperti sottolineano la necessità di interventi immediati. Senza i quali si rischia di aggravare ulteriormente la crisi climatica. Fattore da escludere, soprattutto considerando l’attuale situazione precaria che coinvolge gli ecosistemi di tutto il mondo. Ecco perché è fondamentale incentivare nuove e mirate strategie.

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