mercoledì, Marzo 26, 2025
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Cina: il chip che “guarisce” la paralisi e fa tornare le persone a camminare

In un'università cinese hanno sviluppato un sistema basato su dei chip in grado di far comunicare il cervello con gli arti inferiori in presenza di paralisi.

di Felice Galluccio

Cina: il chip che "guarisce" la paralisi e fa tornare le persone a camminare

Quando c’è una paralisi soprattutto al midollo spinale, non c’è cura. Questa era la convinzione che teneva banco fino a poco fa, almeno fin quando in Cina dei ricercatori hanno trovato una sorta di soluzione.

All’Università Fudan di Shanghai è avvenuto un periodo di sperimentazione su quattro pazienti affetti da paralisi. A quanto pare sono arrivati dei risultati eccezionali, con oche ore che sono bastate a ridare le loro funzioni ai pazienti in cura.

Un chip tra cervello e midollo: la nuova connessione

Creando una connessione diretta tra la corteccia motoria e le radici nervose del midollo spinale con dei chip, per la precisione due,  si è riusciti a risolvere il problema. Laddove c’è un problema di comunicazione per via degli impulsi del cervello che non arrivano agli arti, si è scelto di usare dei dispositivi esterni che sono stati impiantati con un intervento chirurgico.

Non c’è nulla da temere, in quanto l’intervento non è per nulla invasivo. Una volta impiantati i chip, questi riescono ad andare oltre la lesione riuscendo a comunicare con le gambe e con i muscoli. Tutto ciò dunque aiuta il cervello a metterlo in comunicazione con gli arti.

Il primo paziente, un uomo di 34 anni rimasto paralizzato dopo una caduta, è riuscito ad alzare le gambe già 24 ore dopo l’operazione. Due settimane più tardi, camminava da solo con un supporto, superando piccoli ostacoli. Ma non è tutto: ha raccontato di aver ricominciato a sentire le gambe, il calore, il formicolio… persino gli stimoli fisiologici.

Un recupero da record

Rispetto ad altri studi sul rimodellamento neurale – come quelli condotti in Svizzera – la differenza è enorme. Se prima erano necessari sei mesi per vedere qualche risultato, con questo nuovo approccio cinese bastano due settimane. E questo senza grossi danni chirurgici, il che rende la procedura molto meno invasiva rispetto ad altre.

Gli altri tre pazienti, operati nei mesi successivi, hanno mostrato progressi simili. Tutti hanno cominciato a recuperare sensibilità e movimento nel giro di pochi giorni, dando nuova speranza a milioni di persone nel mondo.

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