Il satellite, primo di una serie di oltre 50 dispositivi previsti per essere operativi entro il 2030, ha già stabilito comunicazioni efficaci con il team di sviluppatori sulla Terra. L’intera rete satellitare avrà la capacità di controllare ogni punto del pianeta almeno due volte al giorno. Con monitoraggi più frequenti nelle aree considerate a maggior rischio d’incendi.
La collaborazione tra Google Research e Muon Space è fondamentale per l’elaborazione e l’analisi dei dati raccolti. Anche se le segnalazioni da parte di esseri umani e aerei siano spesso più tempestive, la rete satellitare del progetto FireSat rivestono un ruolo cruciale nel monitoraggio delle aree più remote e difficilmente accessibili.
Una delle innovazioni di FireSat è la sua capacità di rilevare incendi di dimensioni ridotte. Fino a 5×5 metri, equivalenti a un’aula scolastica. Tale risoluzione si ottiene con sensori personalizzati e algoritmi AI avanzati. Quest’ultimi sono sviluppati appositamente per garantire una precisione senza precedenti. In confronto, i satelliti tradizionali erano in grado di identificare focolai solo quando avevano raggiunto dimensioni di almeno due o tre acri. Ovvero pari a circa due campi da calcio.
Gli aggiornamenti forniti dalla rete satellitare di FireSat, previsti ogni 20 minuti, saranno una risorsa preziosa non solo per i servizi antincendio. Ma anche per la pianificazione delle risposte di emergenza. E con la protezione delle aree naturali. L’obiettivo finale della rete satellitare è creare un’infrastruttura in grado di garantire una sorveglianza costante e capillare. Contribuendo a proteggere l’ecosistema e le comunità dal rischio crescente di incendi boschivi.