Le truffe online non si fermano mai, e ora si fanno largo anche su Google Maps. Negli Stati Uniti, nelle ultime settimane, è emersa una nuova ondata di raggiri che sfruttano falsi profili aziendali per ingannare le persone in momenti delicati, quando la fretta può far abbassare la guardia. A segnalare il fenomeno è stato un fabbro del Texas: qualcuno si stava spacciando per lui, usando il suo nome e il suo mestiere, ma dietro a quel profilo non c’era alcun servizio vero.
Il caso ha fatto scattare l’allerta e portato Google a scoprire una rete molto più ampia: oltre 10.000 profili falsi creati e poi venduti a scopo di lucro. Un giro d’affari illegale che la società di Mountain View ha deciso di stroncare, anche con azioni legali verso i responsabili.
“I truffatori sono sempre più sofisticati”, ha dichiarato alla CBS il consulente generale di Google, sottolineando come la piattaforma stia rafforzando i controlli. Una volta scoperto un caso, viene attivata una vera e propria caccia per rintracciare altre attività sospette simili.
Quando il bisogno diventa un’occasione per i truffatori
Il meccanismo è spesso lo stesso: i profili falsi offrono servizi legati a situazioni d’emergenza o stress – come idraulici, elettricisti o fabbri – sfruttando il fatto che chi cerca aiuto non ha tempo per fare troppe verifiche. A quel punto, la truffa prende forma in vari modi: pagamento anticipato per un lavoro mai fatto, richieste di dati personali o bancari, link a siti truffaldini, malware e persino sabotaggi contro attività reali.
Nel caso del fabbro texano, l’intento era diverso: i truffatori agivano da intermediari, fingendo di rappresentarlo per poi girargli i clienti in cambio di una commissione. Una forma subdola di intermediazione illecita, che ha messo in difficoltà il professionista e i suoi clienti.
Google reagisce e promette un aiuto concreto
Non è la prima volta che accade qualcosa del genere: solo nel 2023, Google ha bloccato oltre 12 milioni di profili aziendali falsi. Questa volta, però, ha deciso di andare oltre: ha intentato una causa contro chi ha organizzato l’ultima frode, promettendo che eventuali risarcimenti verranno donati ad associazioni che combattono le truffe online.
Il messaggio è chiaro: nessuno è al sicuro dalle trappole digitali, nemmeno su una piattaforma apparentemente affidabile come Google Maps. Serve attenzione, spirito critico e – quando possibile – una verifica in più.