giovedì, Marzo 27, 2025

L’ industria delle auto e la crisi commerciale tra Russia e Cina

Le auto cinesi sul mercato russo scatenano tensioni economiche

di Ilenia Violante

autoL’industria delle auto è diventata il nuovo terreno di scontro tra Russia e Cina. Il Cremlino, preoccupato per la crescente dipendenza dai veicoli cinesi, ha infatti deciso di intervenire con misure restrittive. L’export di auto dalla Cina alla Russia è esploso negli ultimi anni. Fino a raggiungere livelli senza precedenti. Nel 2024, oltre un milione di vetture cinesi a benzina hanno varcato il confine russo. Evento che ha segnato un aumento di sette volte rispetto al 2022. Tale fenomeno ha rapidamente trasformato il mercato automobilistico russo. Si vedono così le case cinesi che ora detengono il 63% della quota di mercato, mentre i produttori locali sono scesi al 29%.

Le ripercussioni sul mercato delle auto e le strategie per il futuro

Per contrastare questa situazione, il governo russo ha introdotto un forte incremento delle cosiddette “tasse di riciclaggio“. Le quali di fatto funzionano come tariffe doganali. L’importo di queste imposte è più che raddoppiato, raggiungendo i 7.500 dollari per la maggior parte delle auto importate. L’obiettivo dichiarato è quello di proteggere l’industria nazionale, scoraggiando le importazioni cinesi e incentivando la produzione interna. La decisione, però, potrebbe avere conseguenze sulla fragile economia russa. La quale già dipende in larga misura dai prodotti cinesi per compensare le sanzioni occidentali.

L’impatto di queste misure non si farà attendere. Con l’aumento dei costi delle auto importate, i consumatori russi potrebbero rivolgersi maggiormente ai marchi nazionali. Anche se la loro capacità produttiva resta limitata. Mosca spera che queste restrizioni inducano le aziende cinesi a investire direttamente in impianti di produzione sul territorio russo. Creando occupazione e trasferendo tecnologia. Il rischio però è che le case automobilistiche cinesi decidano di spostare la propria attenzione su altri mercati. Riducendo man mano l’export verso la Russia.

Nel frattempo, la Cina si trova a gestire una nuova sfida. Da un lato la Russia rappresenta un’importante valvola di sfogo per la sua sovrapproduzione automobilistica. Dall’altro le restrizioni imposte potrebbero spingere i produttori cinesi a diversificare le proprie esportazioni. Al momento, le tasse non sono ancora abbastanza alte da frenare drasticamente l’importazione. Ma l’aumento costante previsto fino al 2030 potrebbe cambiare gli equilibri. Insomma, la crisi commerciale tra i due paesi evidenzia quanto le relazioni economiche possano essere fragili, anche tra alleati.

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