mercoledì, Aprile 2, 2025

Marte: c’è acqua sotto la superficie?

La superficie di Marte potrebbe nascondere l'oceano. Ecco i dettagli principale della nuova rivoluzionaria scoperta.

di Margareth Galletta
marte

La presenza di acqua liquida nelle profondità di Marte rappresenta una possibile scoperta intrigante. A tal proposito, due ricercatori giapponesi hanno avanzato nuove ipotesi. Ciò grazie ai dati sismici raccolti dal lander NASA InSight. Si tratta di Ikuo Katayama dell’Università di Hiroshima e Yuya Akamatsu dell’Istituto di Ricerca per la Geodinamica Marina. La teoria dei ricercatori riguardano la possibilità che acqua liquida sia ancora presente nel sottosuolo di Marte. Il centro della ricerca è l’analisi delle onde sismiche registrate dal SEIS. Si tratta di un sismometro all’avanguardia progettato per rilevare vibrazioni marziane.

C’è acqua su Marte? Ecco cosa dice una recente ricerca

In funzione dal 2018 al 2022, SEIS ha monitorato tre tipi principali di onde sismiche. Ovvero onde P, onde S e onde di superficie. Le onde P, essendo più veloci, attraversano qualsiasi tipo di materiale. Mentre le onde S, più lente, non possono attraversare liquidi. Tale dettaglio fondamentale ha permesso ai ricercatori di identificare anomalie nella propagazione delle onde attraverso il sottosuolo marziano.

I risultati hanno evidenziato due regioni di transizione situate tra i 10 e i 20 chilometri di profondità, un intervallo che coincide con le ipotesi precedenti sulla possibile presenza di acqua liquida. Secondo Katayama e Akamatsu, tali transizioni potrebbero rappresentare zone in cui l’acqua riempie crepe e cavità all’interno di rocce porose. Offrendo un indizio chiave per comprendere meglio la struttura geologica di Marte.

Per testare ulteriormente la loro ipotesi, i ricercatori hanno condotto esperimenti su rocce diabase. Un tipo di roccia ignea adatta a simulare le condizioni marziane. I campioni, provenienti da Rydaholm, in Svezia, hanno restituito firme sismiche simili a quelle rilevate da SEIS quando esposti ad ambienti umidi. Tali risultati, se confermati, potrebbero avere implicazioni straordinarie. Con la tecnologia attuale, raggiungere tali profondità rimane impossibile. Eppure, la ricerca di Katayama e Akamatsu aggiunge un nuovo e affascinante capitolo al lungo viaggio dell’umanità alla scoperta di Marte.

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