Gli studi sui frammenti di basalto recuperati hanno rivelato somiglianze con i basalti a basso contenuto di titanio raccolti dalle missioni Apollo della NASA. Ci sono però alcune differenze nei rapporti isotopici
tra uranio e piombo. Quest’ultimi suggeriscono che il gigantesco impatto che creò il bacino SPA, circa 4,2 miliardi di anni fa, ha modificato profondamente la composizione chimica del mantello lunare in quella regione.Tali variazioni offrono nuove prospettive sulla storia geologica della Luna. Suggerendo che un singolo evento catastrofico potrebbe aver influenzare l’evoluzione complessiva del satellite. Le scoperte della missione Chang’e 6 si inseriscono in un contesto più ampio di ricerca internazionale sulla Luna. L’idea che il nostro satellite naturale possa essere più antico di quanto ipotizzato e che possieda ancora attività geologica in corso, stimola nuovi studi e collaborazioni tra diverse agenzie spaziali.
La conoscenza sempre più dettagliata della Luna non solo ci aiuta a comprendere meglio la sua storia. Ma prepara anche il terreno per future missioni umane e possibili insediamenti permanenti. Le prossime analisi dei campioni raccolti potrebbero svelare ulteriori dettagli inediti. Oltre che rivoluzionare ancora una volta la comprensione del nostro vicino celeste più prossimo.