Di recente è stata effettuata una scoperta importante nello Spazio. Si tratta dell’osservazione della nova ricorrente LMCN 1968-12A (LMC68) nella Grande Nube di Magellano. Le nove sono fenomeni esplosivi che si verificano in sistemi binari semi-distaccati. Costituiti da una stella fredda e una nana bianca. Quest’ultima ha dimensioni paragonabili a quelle della Terra, ma con una massa quasi equivalente a quella del Sole. La nana bianca è in grado di accumulare materiale. Che viene sottratto alla stella fredda. La massa accumulata raggiunge poi un punto critico. In tal modo, si innesca una reazione termonucleare incontrollata. Producendo un’esplosione di energia visibile come nova.
Scovata una nova ricorrente: ecco i dettagli
Solitamente, le nove esplodono una sola volta. Eppure, LMC68 appartiene alla rara categoria delle nove ricorrenti. Ciò significa che esplodono ciclicamente ogni quattro anni. Dopo le esplosioni iniziali osservate nel 1968 e nel 1990, LMC68 è diventata il primo esempio noto di nova ricorrente extragalattica. La ricerca ha rivelato caratteristiche chimiche insolite e temperature straordinariamente elevate. Mai rilevate prima d’ora nello spettro infrarosso.
L’Osservatorio Neil Gehrels Swift della NASA ha monitorato LMC68 dopo l’eruzione del 2020. In tal modo, è stato possibile catturare la successiva esplosione nell’agosto 2024. L’osservazione è complessa dalla distanza di LMC68, situata a circa 50 volte la distanza tipica delle nove all’interno della Via Lattea. Eppure, l’utilizzo di potenti telescopi ha permesso di rilevare dettagli cruciali nella luce infrarossa.
Gli astronomi hanno osservato un segnale insolitamente luminoso proveniente da atomi di silicio ionizzati nove volte. Un processo che richiede un’energia enorme. Ciò che ha sorpreso ulteriormente i ricercatori è stata l’assenza di tracce di altri elementi come zolfo, fosforo, calcio e alluminio altamente energizzati. Si ritiene che tale fenomeno è dovuto alla temperatura coronale straordinariamente alta di LMC68. Quest’ultima è stimata a circa 3 milioni di gradi Celsius. A cui si aggiunge la sua carenza di metalli. Tale mix unico potrebbe offrire nuove risposte sulle dinamiche che regolano l’evoluzione delle nove ricorrenti e sul loro ruolo nella formazione di supernove.