Hai presente quando friggi le patatine e poi ti ritrovi con la padella piena d’olio? Magari lo lasci lì a raffreddare, poi ti chiedi: “E adesso dove lo butto?” Se la risposta è “nel lavandino”, sappi che è una pessima idea. L’olio esausto non solo può intasare le tubature, ma è anche un piccolo disastro ambientale: basta una bottiglia per contaminare migliaia di litri d’acqua.
Da rifiuto a risorsa grazie a un’idea tutta italiana
Ma c’è una buona notizia: invece di essere un problema, l’olio usato può diventare una risorsa preziosa. Il Politecnico di Milano ha messo a punto un sistema che lo trasforma in qualcosa di davvero utile, riducendo rifiuti e impatto ambientale. Insomma, quello che consideriamo “spazzatura” può avere una seconda vita.
Ogni anno in Europa vengono prodotti milioni di tonnellate di oli esausti. Troppi finiscono smaltiti male, inquinando acqua e suolo, mentre potrebbero essere riutilizzati in modi sorprendenti. Non solo per produrre biodiesel – che già di per sé è un ottimo riuso – ma anche per creare vernici ecologiche, additivi per asfalto, lubrificanti e persino prodotti per la purificazione dell’aria. Un vero spreco lasciarli andare persi, no?
Il problema è che il riciclo degli oli vegetali, finora, non è stato gestito nel modo più efficace. I metodi tradizionali, come la semplice filtrazione, non riescono a sfruttare tutto il potenziale di questo materiale. Qui entra in gioco il progetto WORLD, che punta a migliorare il processo con tecniche più avanzate e sostenibili. I ricercatori hanno sperimentato trattamenti particolari per ottenere oli più puri e con meno scarti, rendendo tutto il sistema più efficiente.
E non finisce qui. Per ottimizzare ancora di più il processo, il team ha sviluppato un modello matematico che permette di calcolare in anticipo le emissioni di CO₂ e ridurre l’impatto ambientale. In pratica, meno sprechi e più vantaggi per tutti.
Questa innovazione non solo aiuta l’ambiente, ma ha anche un impatto economico e sociale importante. Favorisce una raccolta più intelligente degli oli usati, riduce i costi di smaltimento e apre nuove possibilità per l’industria. Insomma, invece di essere un fastidio da eliminare, l’olio esausto può diventare un pezzo fondamentale per un mondo più sostenibile.