sabato, Marzo 29, 2025

Occhi elettronici negli abissi: la Marina USA punta sull’AI

La Marina USA sviluppa un sonar autonomo con intelligenza artificiale per una sorveglianza sottomarina continua e senza equipaggio umano.

di Margherita Zichella
La Marina USA sviluppa un sonar autonomo con intelligenza artificiale per una sorveglianza sottomarina continua e senza equipaggio umano.

La Marina degli Stati Uniti ha deciso di portare l’esplorazione sottomarina a un livello superiore. E per farlo ha affidato un progetto da quasi 25 milioni di euro a Northrop Grumman. L’obiettivo? Creare un sistema sonar autonomo capace di pattugliare gli oceani, individuare minacce e raccogliere informazioni senza bisogno di un singolo intervento umano. In pratica, una specie di “sentinella subacquea” sempre attiva, che non ha bisogno di pause e che può esplorare le profondità marine molto meglio di qualsiasi squadra di sommozzatori.

 

Northrop Grumman rivoluziona la sorveglianza subacquea

Ma perché tutto questo interesse per la sorveglianza sottomarina? Beh, gli oceani sono vastissimi e pieni di cose che sarebbe meglio non perdere di vista. Dai sottomarini nemici alle attività sospette, fino alle variazioni ambientali che potrebbero avere impatti sulla sicurezza nazionale. Al momento, controllare i fondali marini richiede parecchie risorse: navi, equipaggi specializzati, sonar trainati… un lavoro complesso e costoso. Con questa nuova tecnologia, invece, la Marina punta a una sorveglianza continua e totalmente autonoma, senza più bisogno di uomini sul campo (o meglio, in acqua).

Il sistema sarà equipaggiato con sensori avanzati e software di intelligenza artificiale in grado di analizzare e interpretare i dati in tempo reale. In questo modo, gli operatori non dovranno più passare ore a esaminare manualmente le informazioni, ma riceveranno solo segnalazioni mirate quando succede qualcosa di rilevante. Una specie di “occhi elettronici” che funzionano 24 ore su 24, senza bisogno di turni di riposo.

A supervisionare il progetto c’è l’Office of Naval Research (ONR), che sta lavorando con aziende private, università ed enti di ricerca. La maggior parte dello sviluppo avverrà ad Annapolis, nel Maryland, e il traguardo finale è fissato per il 2030. Ma i primi test sono già in corso e, a quanto pare, stanno andando nella giusta direzione.

Northrop Grumman, dal canto suo, non è nuova a questo genere di innovazioni. L’azienda è già un nome di punta nella sorveglianza aerea e marittima, con progetti come l’E-2D Advanced Hawkeye e il drone MQ-4C Triton. Quest’ultimo, tra l’altro, è ormai un pezzo chiave della strategia della Marina americana: basti pensare che pochi giorni fa sono stati stanziati altri 245 milioni di euro per la produzione di nuovi esemplari.

Attualmente, ci sono 28 Triton operativi, ma l’obiettivo è arrivare a 68, includendo anche quelli destinati all’Australia. Insomma, la sorveglianza marittima sta entrando in una nuova era: più automatizzata, più tecnologica e sempre più capillare. I mari non sono mai stati così sotto controllo.

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