Dopo sette mesi di restrizioni giudiziarie in Francia, Pavel Durov ha ricevuto il via libera per lasciare temporaneamente il Paese. Il fondatore e CEO di Telegram, 40 anni, ha lasciato la Francia questa mattina per dirigersi a Dubai, secondo quanto riferito da fonti vicine al caso.
L’arresto di Pavel Durov risale all’agosto 2024, quando è stato fermato all’aeroporto Le Bourget, vicino Parigi. Le accuse a suo carico riguardano la presunta mancata vigilanza sulla diffusione di contenuti illeciti attraverso Telegram, tra cui materiale pedopornografico e legato all’estremismo. L’imprenditore ha sempre respinto tali imputazioni, sostenendo di difendere la libertà digitale. Dopo giorni di interrogatori, è stato rilasciato dietro una cauzione di 5 milioni di euro, con l’obbligo di non lasciare la Francia fino a nuovo ordine.
Il caso ha suscitato grande attenzione internazionale, data l’importanza di Telegram, utilizzato da oltre 800 milioni di utenti nel mondo. La piattaforma si è più volte scontrata con le autorità per la sua politica di non censura, attirando critiche e richieste di maggiore controllo da parte di diversi governi. Questo dibattito ha generato un acceso confronto tra sostenitori della privacy e chi invoca più regolamentazioni.
L’esilio, il ritorno e il futuro di Telegram
Nato in Russia nel 1984, Pavel Durov ha trascorso parte della sua giovinezza in Italia, a Torino, prima di rientrare a San Pietroburgo per studiare filologia. Nel 2006 ha fondato VKontakte (VK), il principale social network russo, e nel 2013 ha lanciato Telegram, abbandonando poi la Russia nel 2014 a causa di pressioni politiche.
Attualmente, Durov possiede cittadinanze russa, francese ed emiratina, risiedendo principalmente a Dubai, considerata una meta strategica per le sue politiche fiscali e la libertà imprenditoriale. Il permesso di lasciare la Francia è stato concesso su richiesta dei suoi avvocati, ma resta incerto se il procedimento giudiziario continuerà con ulteriori misure restrittive. Il futuro di Telegram e del suo creatore dipenderà dalle decisioni della magistratura francese nelle prossime settimane. Nel frattempo, Durov continuerà a lavorare su nuovi sviluppi della piattaforma, cercando di garantire la sicurezza e la privacy degli utenti.