Il ritorno di Biancaneve sul grande schermo è stato accolto con aspettative alte e, al contempo, un crescente scetticismo. Sviluppato per ben nove anni, il film è diventato un terreno di battaglia tra polemiche, modifiche continue e un mondo in evoluzione. La trama, intrisa di ideali socialisti e lotte contro il fascismo, lascia più perplessità che emozioni. La principessa, che dovrebbe incarnare l’indipendenza, finisce per ridurre il romanticismo a uno sfondo privo di forza. È come se il film volesse trasmettere un messaggio politico senza mai avere il coraggio di farlo fino in fondo, come se mancasse quel quid che da bambini ci faceva esclamare “WOW” dinanzi un film Disney. Così facendo, perde ogni vera direzione, diluendo i suoi temi e lasciando una sensazione di incompletezza. I personaggi, poi, pur avendo potenziale, sembrano intrappolati in un limbo senza anima, poco definiti ed anche stravolti rispetto la storia originale (tranquilli, qui siamo per il NO SPOILER).
La maledizione del CGI
Ormai la tecnologia CGI domina e sembra che l’arte del cinema stia cercando di superare la realtà. I nani, che nel classico animato erano i protagonisti più vivaci, appaiono qui in CGI con una mancanza di espressività che sconvolge. Impossibile non notare quanto siano distanti dalla genuinità dell’animazione tradizionale. Potevano lavorarci meglio, dare un’impronta diversa e riprendere di più il film di Biancaneve del lontano 1936. Il loro aspetto è vuoto, quasi come se appartenessero a un videogioco piuttosto che a una storia da raccontare. La stessa trasformazione della regina, poi, da bellezza a mostruosità che solitamente cattura ed incanta, risulta grottesca, come se il confine tra reale e virtuale fosse stato cancellato, senza alcun beneficio per la narrazione.
La magia del passato contro il falso incanto del presente
I vecchi film, con il loro make-up e le scene reali, avevano un fascino che oggi sembra perso. Nonostante i limiti tecnologici, l’impegno artigianale dava vita a creature e atmosfere che sembravano vere, tangibili. Il passaggio alla CGI estrema ha portato a un mondo perfetto ma artificiale. Un mondo che a volte non emoziona, perché troppo lontano dalla realtà. L’effetto speciale, invece di arricchire, diventa praticamente distrazione. Un esempio che dimostra come la tecnologia possa ancora emozionare risale agli anni ’90, con Jurassic Park, dove l’uso della CGI, pur essendo pionieristico per l’epoca, riusciva a restituire una sensazione di realtà incredibile. Saranno pur passati più di trent’anni, eppure i dinosauri di Spielberg sembrano ancora oggi più vivi di molte delle creature create in CGI contemporanea, dove l’eccesso di perfezione visiva spesso toglie autenticità. Biancaneve, al contrario, pare il prodotto di una tecnologia fredda e dona come risultato qualcosa che potrà pur sembrare magico a tratti, ma non quanto dovrebbe.
Un debutto tiepido al box office per Biancaneve
Anche se sono stati investiti non pochi soldi, un budget di 250 milioni di dollari, il film di Biancaneve non ha convinto il pubblico. 43 milioni di dollari nel primo weekend sono sufficienti per dominare la classifica, ma ben lontani dalle previsioni che parlavano di incassi ben superiori. È evidente che le aspettative erano alte, ma i risultati sono stati tiepidi. Il fallimento al botteghino sembra un segnale che forse l’approccio Disney non è più in grado di incantare come una volta? Chissà. Ovviamente potreste pur sempre avere un parere differente, quindi consigliamo di andare al cinema e sperimentare con i vostri occhi.