Varda Space Industries continua a spingersi oltre i confini dell’innovazione con il lancio della sua terza capsula orbitale, la W-3. Questa missione non è solo un passo avanti per l’azienda fondata da ex ingegneri di SpaceX, ma anche un tassello fondamentale nella collaborazione con l’Aeronautica militare degli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie ipersoniche.
Nuovo traguardo per Varda
La W-3 è partita a bordo di una piattaforma satellitare Rocket Lab Pioneer, trasportata in orbita grazie alla missione Transporter-13 di SpaceX, lanciata dalla base di Vandenberg, in California. È il secondo volo dell’anno per Varda, che a febbraio ha già portato a termine con successo il rientro della capsula W-2 in Australia.
Ma il cuore di questa missione è il carico utile che la W-3 sta trasportando: un’Unità di Misurazione Inerziale (IMU), sviluppata dall’Aeronautica americana in collaborazione con Innovative Scientific Solutions Incorporated. Questo sofisticato sistema elettronico è progettato per monitorare con estrema precisione movimento, orientamento e velocità, una tecnologia presente anche nei nostri smartphone ma che, in questo caso, è ottimizzata per operare a velocità incredibilmente elevate.
Il momento clou arriverà al rientro nell’atmosfera, quando la capsula raggiungerà velocità superiori a Mach 25, ossia più di 30.000 km/h. Un test estremo per la IMU, che dovrà dimostrare di poter resistere a condizioni impossibili da replicare sulla Terra. L’atterraggio è previsto al Koonibba Test Range, in Australia Meridionale, gestito da Southern Launch.
Questa missione rientra nel programma Prometheus, un’iniziativa del Laboratorio di Ricerca dell’Aeronautica militare in collaborazione con Varda, pensata per accelerare lo sviluppo delle tecnologie ipersoniche. L’idea è quella di abbattere i costi e aumentare la frequenza dei test, rendendo il rientro atmosferico un’operazione tanto comune quanto il lancio.
Fondata dall’ex ingegnere di SpaceX Will Bruey e da Delian Asparouhov del Founders Fund, Varda si sta ritagliando un ruolo chiave nell’ambito della produzione spaziale. La sua prima missione, la W-1, lanciata nel 2023, ha introdotto il concetto di “fabbrica spaziale“, aprendo la strada alla creazione di materiali innovativi in microgravità, dai cavi in fibra ottica avanzati a nuovi farmaci. E questa potrebbe essere solo l’inizio.