Sembra la trama di una pubblicità troppo creativa per essere vera, e invece è realtà: la buccia di cipolla potrebbe diventare una delle armi più efficaci contro l’invecchiamento precoce dei pannelli solari. Sì, proprio quella pellicina rossa che di solito finisce nel bidone dell’umido senza troppi complimenti.
Il problema è serio: i raggi ultravioletti (gli stessi che ci costringono a mettere la crema solare in spiaggia) non sono teneri nemmeno con le celle fotovoltaiche. Con il tempo, possono rovinarne i materiali, farli ingiallire e, cosa più importante, far perdere efficienza al pannello — anche fino al 15%. Questo fenomeno ha un nome preciso: UVID, cioè Ultraviolet-Induced Degradation. Roba da far rabbrividire chiunque abbia investito in energia solare.
Dalla cipolla al sole
Di solito, per proteggere i pannelli si usano pellicole anti-UV fatte con materiali derivati dal petrolio, come PET o PVF. Funzionano, certo, ma non sono esattamente amiche dell’ambiente. Ecco perché un gruppo di ricercatori finlandesi ha pensato: “E se usassimo qualcosa di naturale, magari anche di scarto?” Entra in scena la buccia di cipolla.
Il team dell’Università di Turku, insieme ai colleghi delle Università di Aalto e Wageningen, ha creato una pellicola a base di nanocellulosa, un materiale vegetale super sottile, arricchita con estratto di cipolla rossa. Il risultato? Una protezione capace di bloccare il 99,9% dei raggi UV sotto i 400 nanometri. E non finisce qui: lascia comunque passare oltre l’80% della luce “buona”, quella che serve al pannello per generare energia.
Non solo è ecologica, ma è anche resistente: dopo mille ore di esposizione alla luce, le pellicole hanno mostrato pochissimi segni di decolorazione, meglio perfino delle controparti commerciali in PET.
Insomma, la cipolla — tra le lacrime che ci fa versare e il soffritto che regala sapore — potrebbe anche aiutarci a produrre energia pulita in modo più sostenibile. Il prossimo passo? Pannelli solari completamente biodegradabili, magari usati per alimentare sensori nei pacchetti alimentari. Un sogno? Forse. Ma la strada è aperta, e profuma… un po’ di cipolla.